Carissime e carissimi,
siamo giunti alla fase dell'effettiva costituzione dell'Associazione Energia Felice!
Segnaliamo l'incontro di mercoledì 14 dicembre dalle ore 17.00 alle 19.00 in Via Borsieri 12, Milano per la presentazione delle attività ed il perfezionamento formale delle già ricevute adesioni dei soci fondatori. In tale occasione decideremo insieme anche la data della prima iniziativa pubblica prevista entro metà gennaio; con l'occasione potremo iniziare a creare le prime delle tante iniziative locali che desideriamo promuovere in tutta la Lombardia.
Con coloro che non potranno essere presenti cercheremo di fissare incontri alternativi.
Ad avvenuta registrazione ed affiliazione con ARCI Milano, prevista entro fine dicembre, provvederemo consegnare le tessere, valide per l'anno 2012 in tutto il circuito Arci.
A presto
La Fondazione AEM ha messo sul sito un manifesto sull’energia affine alle nostre posizioni. Ci sembra un fatto interessante perchè consente di aprire lo spazio per una Milano solare come vorremmo si realizzasse. Chi lo condivide può sostenerlo dando la propria adesione.
Se vuoi farne parte anche tu, clicca qui.
Ed invita anche i tuoi amici, inviando loro uno ‘smart wish‘ su Twitter @SmarTree2011 usando #smarttree2011 e su Facebook alla pagina Smart Tree Sharevar el = document.getElementById(‘share-link-89985561371′);el.params = {title: ‘Smart Energy, Smart Life’, link: ‘http://www.energiafelice.it/2011/12/smart-energy-smart-life/’, skin: ‘blue’, content: ‘http://www.energiafelice.it/?ibsa=get_content&id=2249′};
Alberto Zoratti, da Durban
La Conferenza delle Parti di Durban, come molti si aspettavano, ha scelto di sforare nei tempi. La fine della plenaria, programmata per ieri, si è rimandata ad oggi con inizio, in sala da decidere, alle 10 ore di Durban. In un Convention center a metà tra il bivacco ed il disimpegno, le delegazioni governative corrono per trovare un accordo che consenta di non far perdere ulteriore tempo al mondo che aspetta. C’è la possibilità di una conclusione comunicabile, non si sa ancora quanto accettabile nei contenuti.… continua la lettura
Si conclude la 17° Conferenza Onu sul clima di Durban, Sudafrica. Dopo due settimane di lavori il solo commento possibile è che l’obiettivo numero uno, ovvero la riduzione di emissioni, è fallito. Kyoto scade tra un anno e non c’è consenso su un nuovo regime vincolante. Unico impegno: la continuazione delle negoziazioni per arrivare ad un patto entro il 2015, la cui validità potrebbe partire dal 2020. Decisamente troppo tardi per la scienza – che parla del picco massimo entro il 2015 – e per evitare la catastrofe,… continua la lettura
Ultimo giorno della COP17, possibile nottata in bianco per arrivare alla conclusione. Le opzioni sul tavolo sono ancora molte, ma la possibilità che si esca con uno scenario poco convincente ci sono tutte. Stati Uniti, Cina, India ed in fondo l’Unione Europea potrebbero trovare una convegenza finale che salvi la struttura e che rilanci in avanti il negoziato. Leggendo le date in ballo, però, che parlano anche di 2020, il rischio è che sia troppo avanti. Visto che l’IPCC chiede che il picco di CO2 si possa raggiungere al massimo…
Coordinamento Lombardo Energia Felice
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Marica Di Pierri, da Durban
Carissimi, ieri c’è stata a Durban la mobilitazione di piazza nell’ambito della Giornata Mondiale di Azione sul clima. Su questo anche oggi trovate su L’Unità il diario di Giuseppe e su Il Manifesto un mio articolo corredato di intervista a Pablo Solon. Ecco invece gli ultimi pezzi che abbiamo scritto dal Sudafrica e che già trovate disponibili sul web : 2° Diario da Durban per l’Unità – Occupy Earth contro i grandi inquinatori – 3 Dicembre 2011 G. De Marzo / l’Unità Sudafrica – Punto… continua la lettura
Carissimi, siamo arrivati ieri a Durban per partecipare, come vi avevamo annunciato, come delegazione di Rigas ai lavori del vertice ONU sul clima e alle discussioni e mobilitazioni della società civile. Da un lato le (non)negoziazioni in sede ONU iniziano a prendere forma, e dall’altra le delegazioni africane continuano a giungere al forum della società civile, nel “people space” allestito presso il campus dell’università. Ieri si è aperta infatti l’assemblea delle donne contadine dell’Africa del sud che sono arrivate a Durban. Dall’interno dei palazzi della cop invece inizieranno… continua la lettura
“Cerchiamo di immaginare centinaia di milioni di uomini che producono la propria energia verde nelle proprie abitazioni, negli uffici, nelle fabbriche, e la condividono reciprocamente in un Internet dell’energia, nello stesso modo in cui condividiamo informazioni online… In un mondo verde e sostenibile, ogni regione viene trasformata in uno spazio sociale, economico e politico altamente integrato… un ecosistema autosufficiente e sostenibile, che sappia produrre gran parte dell’energia di base, dell’alimentazione e della fibra necessarie alla popolazione… Nel XXI secolo, migliaia di biosfere regionali saranno interconnesse da una indivisibile rete energetica…… continua la lettura
(Adnkronos) – I biologi la definiscono “la sesta estinzione di massa”, la più veloce da quando è comparsa la vita sulla Terra, provocata non da glaciazioni né da asteroidi giganti, ma dalla forza distruttiva dell’uomo. A farne le spese è la biodiversità e la causa è da ricercarsi nell’aumento delle temperature (previsti due gradi in più nei prossimi 20 anni e ben quattro entro il secolo) e nei cambiamenti climatici già in atto: siccità e inondazioni, desertificazione, scioglimento dei ghiacciai con innalzamento dei mari. Senza contare inquinamento e deforestazione.
Oltre… continua la lettura
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Dalla Francia proviene un appello per creare una commissione di audit del debito pubblico in grado di visionare come è fatto quel debito, come è stato contratto a favore di chi e di quali interessi. Noi vogliamo fare nostra questa proposta per rivedere in profondità l’entità del debito pubblico italiano accumulato nel tempo per favorire rendite, profitti, interessi di casta e di una ristretta elite e non certo per favorire le spese sociali, l’istruzione, la cultura, il lavoro.
Una proposta che serve per impostare un’altra politica economica, del… continua la lettura
Verbale riunione Comitato Energia Felice Milano, 22 novembre 2011
“Bioeconomia e sviluppo” relazione di Massimo Pieri
La bioeconomia si pone in opposizione all’economia classica che è la visione corrente del processo economico. Viene presentata la Funzione di Cobb-Douglas, secondo la quale il capitale finanziario ha il sopravvento sulle risorse. Secondo questo schema si propone una visione meccanicistica del mondo. I processi economici si susseguono periodicamente senza considerare che ci siano limiti ambientali e di risorse.
In questo contesto si sviluppa una critica allo “sviluppo sostenibile”, che è uno dei concetti più nocivi che si possano pensare, che è un ossimoro o una antinomia. È fallita l’idea che “lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” (Rep. Brundtland, 1987).
Analisi dei termini di povertà, consumo, rifiuto, green-economy, rendimento, energia rinnovabile. Rapporto tra entropia e economia: un punto fondamentale sta nell’impossibilità di poter riprodurre i processi, nel tempo, trascurando la degradazione di risorse e attrezzature, secondo la Legge dell’Entropia. Il reale prodotto dei processi economici è il godimento della vita che dipende da tre elementi: il flusso dei beni consumati, il tempo libero e il tempo lavorativo.
La bioeconomia considera i processi economici come processi vitali e quindi irreversibili. Tutto ciò che ha una qualche utilità e consumo è costituito da bassa entropia.
I concetti fondamentali della bioeconomia sono:
- l’attività economica di ogni generazione ha un’influenza su quella delle generazioni successive;
- è necessario ridurre il consumo di energie e di risorse, come l’inquinamento locale e globale;
- si deve incrementare il lavoro con competitività nell’agricoltura e nell’industria, lavorare meno per lavorare tutti;
Alcuni principi devono essere presi in considerazione in questo cambiamento: di precauzione, di valutazione del rischio, di omeostasi, di accessibilità, di adattamento, di etica, di solidarietà, di riparazione, di negoziato, di extraterritorialità, di decrescita.
A partire da queste considerazioni si può allora elaborare un programma per lo sviluppo che implichi programmi di adattamento, programmi energetici, programmi per il cambiamento climatico e programmi di bioeconomia differenziata.
Un nuovo modello di vita e di lavoro per uscire dalla crisi
Roma, lunedì 21 novembre 2011
Partecipano: Roberto Romano, economista – Mario Agostinelli, Presidente Sì alle rinnovabili Lombardia – Angelo Bonelli, Presidente Federazione dei Verdi – Piero Di Siena, Presidente ARS – Emilio Gabaglio, Presidente Forum lavoro PD – Alfiero Grandi, Presidente Sì alle rinnovabili No al nucleare – Gianni Mattioli, SEL Comitato Sì alle rinnovabili No al nucleare – Nicola Nicolosi, Segretario CGIL – Gian Paolo… continua la lettura
Jeremy Rifkin, economista, attivista e saggista americano, presenta a Milano il suo ultimo libro “La Terza Rivoluzione Industriale” in cui spiega come il “Potere Laterale” sta trasformando l’energia, l’economia e il mondo.
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Fermiamo il carbone (video)
Due video della Manifestazione nazionale del 29 ottobre 2011 ad Adria, provincia di Rovigo. Fermiamo il carbone! Per la disfesa della salute, dell’ambiente e di un lavoro degno per una vera democrazia delle scelte.
Per l’Europa il risanamento delle finanze pubbliche – sotto la dettatura della Bce – è diventata l’unica priorità, a dispetto del lavoro e dei suoi diritti, dell’educazione, della lotta al cambiamento climatico e del progressivo abbandono del modello energetico centralizzato e alimentato da fonti fossili. È ormai certo che l’Ue, in evidente deficit democratico e affidata all’asse Merkel-Sarkozy, mancherà gli obiettivi occupazionali fissati a Lisbona, non incrementerà del 3% rispetto al Pil la spesa in ricerca e tanto meno conseguirà al 2020 l’obiettivo di un aumento del 20% in efficienza energetica, né quello del 20% da fonti rinnovabili. Obiettivi realistici fino a ieri, ma in allontanamento irreversibile se si seguiranno passivamente le istruzioni delle banche centrali.
In sostanza, le ricette liberiste non solo non cureranno l’epidemia che hanno innescato ma favoriranno ogni possibile resistenza al nuovo che, anche in campo energetico, potrebbe contribuire a un’uscita dal tunnel. Già, perché non va dimenticato che la speculazione ha concentrato il fuoco proprio su gas, petrolio e carbone e che il settore energetico multinazionale ha dato la stura alle operazioni finanziarie più spregiudicate all’origine della crisi in corso.
Proprio in questi giorni l’esecutivo Ue ha annunciato il suo piano per utilizzare 9 miliardi di euro dal bilancio Ue 2014-2020 per l’aggiornamento dell’infrastruttura energetica dell’Europa. Annusando l’aria, gran parte della cifra verrà destinata ai gasdotti dal Caspio e solo una parte residuale alle “smart grids”. La distorsione a favore del gas è particolarmente evidente nei corridoi prioritari proposti (la maggior parte dei 12 progetti prioritari sono stanziamenti per gasdotti e oleodotti), con quattro relativi al gas e solo uno interamente dedicato alla trasmissione di energia rinnovabile. Addirittura, esiste il timore che vengano assunti nel budget comunitario anche progetti di sequestro della CO2 da carbone (CCS).
Se questa è l’evoluzione del quadro europeo, quello italiano si muove nella stessa direzione di contrasto al cambio di paradigma. I dati di fine estate 2011 rivelano che la potenza totale degli impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili (Fer) ha superato i 30 GW; il 75% dei nuovi impianti entrati in servizio nel 2010 è alimentato da Fer e queste hanno prodotto energia elettrica pari a poco meno di 77 miliardi di chilowattora. Nonostante ciò, la politica energetica del governoripropone il carbone e si riconcentra sul gas. Sui costi troppo alti del metano sul mercato italiano si discute da sempre, ma è evidente che il rialzo delle commodity energetiche è in gran parte effetto della speculazione da parte degli operatori del mondo della finanza, che si avvalgono di essi per fare scommesse al fine di aumentare i loro guadagni. Il sole invece non ha un prezzo e non si presta a questo gioco. Gli incentivi per il suo sviluppo sono divisi in migliaia di impianti (710 milioni di euro la spesa totale 2010), tendono alla distribuzione, non alla concentrazione, e costituiscono un investimento che si sottrae alla speculazione e ha come trade-off meno inquinamento e più occupazione per tutti. Certo il solare, come le altre fonti rinnovabili, non è equivalente alle fonti fossili. Implica un cambio di società e forse è questo che spaventa, perché va di pari passo con una mentalità incline alla misura, a non eccedere in consumi, a cooperare e a sentirsi parte di una biosfera che l’economia attuale sta minacciando.
Un’economia che ha prodotto ingiustizia ambientale e sociale e che ora va messa in discussione nel suo complesso, proprio per uscire dalla crisi “dalla parte del 99% anziché dell’1%”. C’è bisogno di una redistribuzione del reddito, di una fiscalità che recuperi risorse da chi le ha, di un taglio netto della spesa militare, di un grande piano casa per il recupero energetico del patrimonio edilizio, di meno auto e più trasporti collettivi, di un piano, infine, per una green economy per sganciarci dalle fonti fossili. È giunto il momento di rovesciare il tavolo del dibattito in corso. Si possono fare tutti i vertici dei G20 che si vogliono, alzare o abbassare i tassi, provare a ridurre il debito, ma fino a quando non cambieremo paradigma, a cominciare dall’energia, non ne usciremo.
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Il Forum Nazionale “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” che si è tenuto a Cassinetta di Lugagnano (MI) sabato 29 ottobre 2011.
Immagini e intervento di Mario Agostinelli all’assemblea plenaria della mattinata.
Oggi: il Tour antinucleare ad Adria per ricordare che siamo tutti saluggesi
Il Tour antinucleare 2011 con il suo pullmino, stavolta in nutrita staffetta, guidata da Giacomo Sicurello, ha fatto tappa a La Spezia (22 ottobre) e a Giaglione, in Val di Susa (23 ottobre).
A La Spezia si è svolta una serata al CSOA Mayday, con musica ed interventi sulla necessità di "chiudere la partita con il nucleare".
In Val Susa si è partecipato al corteo NO-TAV, dal titolo "Diamoci un taglio".
La disobbedienza civile del movimento valligiano, che ieri ha dato buona e disciplinata prova di sé, ha già manifestato la sua efficacia, a febbraio e a luglio, nei blocchi nonviolenti dei pericolosi trasporti di scorie da Trino (ex centrale nucleare) a Les Hague in Francia (impianti di ritrattamento).
Questo impegno esemplare richiama il problema che, sempre come Tour, sottoporremo all'attenzione dei manifestanti di
sabato 29 ottobre ad Adria.
Domanderemo loro: credete davvero che il nucleare sia un problema archiviato per l'Italia?
Voi, che vi state mobilitando per il rischio del carbone che verrà, a maggior ragione dovete darvi da fare almeno contro il nucleare che c'è già!
Siete, ad esempio, pronti per raccogliere l'appello dei saluggesi, che chiedono una mano nel respingere la costruzione di depositi temporanei in aree alluvionate ed alluvionabili?
Su Saluggia ecco in allegato un articolo apparso su "La nuova ecologia".
Noi del Tour lo abbiamo definito "il posto più pericoloso oggi in Italia per gli italiani tutti".
Pensate che stiamo esagerando?
Quali altri posti, come ad esempio il deposito di plutonio a Casaccia o quello di uranio arricchito a Trisaia, posono contendergli questo triste primato? Alfonso Navarra - Tour antinucleare 2011- cell. 340-0878893
Abbiamo tre domande da porre agli italiani tutti, ma in particolare a quelli che, in massa, il 12 e il 13 giugno scorsi si sono recati alle urne ignorando disinformazione, decreti truffaldini, inviti ad andare al mare.
Prima domanda: abbiamo vinto il referendum antinucleare, un referendum contro l'insicurezza nucleare nel confronto con il disastro di Fukushima, perché noi si continui a rischiare "catastrofi nucleari" (Carlo Rubbia dixit) in virtù di vecchi impianti mal concepiti ed ancor oggi peggio gestiti (es: Saluggia, Casaccia)?
Seconda domanda: abbiamo vinto il referendum antinucleare, un referendum per chiudere con l'energia atomica in Italia, per sentirci dire dall'AD dell'azienda elettrica praticamente di Stato che "la partita non è chiusa", che l'ENEL ci sta dando dentro all'estero per rilanciare presto il nucleare in Italia?
Terza domanda: abbiamo vinto il referendum antinucleare, che oltretutto ha trainato verso il quorum anche acqua pubblica e giustizia, per vedere questo tema scomparire dall'agenda politica, con partiti e grandi organizzazioni sociali che hanno deciso di occuparsi di altro?
Ne discutiamo al giovedi antinucleare in via Borsieri, 12, Milano, presso lo Spazio Kronos. Inizio riunione ore 17.00.
ALFONSO NAVARRA - TOUR ANTINUCLEARE 2011 - cell. 340-0878893
Cari e care,
riprendiamo le attività del Comitato energia Felice. Primo appuntamento di questa stagione giovedì 29 settembre alle ore 18.00 presso la sede di Via Borsieri a Milano. E intanto fate circolare, per favore, questo appello.
Buona settimana!
Appello ai movimenti Mario Agostinelli e Alfonso Navarra
per il Coordinamento Energia Felice
Pur nella drammaticità della situazione e, così proseguendo, del suo prossimo prefigurabile epilogo di distruzione dello stato sociale, permane un consistente humus – di cui facciamo parte – di resistenza e di controproposta, potenzialmente strutturabile in unico soggetto seppur sottoposto a divisioni a causa di particolarismi e personalismi.
Come spesso avviene, in risposta ad eclatanti fatti (ora, la nuova serie di manovre governative) nascono appelli e mobilitazioni; dopo lo sciopero della CGIL abbiamo l’appello per il 15 ottobre intorno al quale c’è molto fermento (da ultima l’adesione di De Magistris). Proponiamo di aderire a detto appello, avanzando una proposta con l’intento di conferirvi concretezza, coesione e mobilitazione auspicabilmente efficace attorno alle rivendicazioni (auspicabilmente tanto efficace da riuscire a condizionare i partiti d’opposizione, come già avvenuto in extremis sui referendum acqua e nucleare):
La proposta sta nell’aderire a tale appello, possibilmente con un comunicato congiunto con il comitato acqua, con cui sostenere le due proposte di legge su acqua ed energia giacenti in Parlamento, e le altre proposte di legge anch’esse già presentate dai “movimenti” a difesa degli altri beni comuni in senso lato, in primis la legge sul consumo di suolo.
A complemento invitiamo ad usufruire delle future mobilitazioni per proporre di raccogliere firme su petizioni strutturate da soggetti vicini a noi, e/o altre proposte di legge d’iniziativa popolare già pronte, riguardanti il maggior numero possibile di ambiti legislativi manomessi nel corso del tempo, o soggetti a processi di modifica; ciò in modo da inquadrare meglio le rivendicazioni e per creare un fronte attivo intorno ad esse mediante la codifica, di fatto, di un “programma di regole e di governo” al fine di superare le differenze e distinzioni, e confluire operativamente sui comuni intenti (si spera che con la pratica si riesca anche ad entrare in empatia facendo emergere e rafforzare la parti propositive, ridimensionando le parti maggiormente legate a particolarismi e personalismi, inclusi gli interessi particolari).
Proponiamo di cogliere l’occasione per evidenziare e sostenere le iniziative d’ambito europeo, a partire dall’acqua e dell’energia di nostre pertinenze, e così pure per gli altri ambiti .
Esempi di possibili petizioni e/o proposte di legge, a cura delle specifiche associazioni ed organizzazioni competenti, citate per la presenza di elaborazioni molto avanzate, sono:
- reddito di cittadinanza;
- testamento biologico;
- conflitto d’interesse;
- diritti civili;
- diritti sul lavoro;
- cittadinanza agli immigrati.
- tassazione transazioni finanziarie ed altre misure sul sistema bancario e finanziario.
Mario Agostinelli e Alfonso Navarra per il Coordinamento Energia Felice
DDa: Coordinamento Energia Felice [mailto:info@energiafelice.it] Inviato: giovedì 14 luglio 2011 08:55 Oggetto: Documento finale del Comitato “Vota sì per fermare il nucleare”
VERSO IL FORUM ITALIANO PER L’ENERGIA PER LA RIVOLUZIONE ENERGETICA NELLA PROSPETTIVA APERTA DALLA CULTURA DEI BENI COMUNI
Con il Referendum, quello che potremmo definire “l’equivoco del nucleare” è stato spazzato via dall’agenda politica ed energetica. Questo è il punto di arrivo di una straordinaria e vincente campagna referendaria. Oggi abbiamo la possibilità di individuare un nuovo punto di partenza. La vittoria è stata determinata da una molteplicità di fattori, ma in questa sede è importante per noi sottolinearne soprattutto due.
Il primo. Nel corso della campagna referendaria è emerso in modo palese il sostegno popolare, trasversale ai partiti, alla “visione” di una nuova economia e di un nuovo modello di sviluppo fondata sull’energia distribuita e su un uso diverso dell’energia, in altre parole su fonti pulite e rinnovabili e sull’efficienza e il risparmio energetico. Su questa visione, per oltre metà degli Italiani, si deve basare il futuro del Paese. E ciò che è più importante è che tutto ciò è stato visto come un’alternativa vera e concreta al nucleare.Il secondo.
Questa campagna referendaria ha visto emergere una società in movimento, che ha espresso una nuova politica fatta di pratiche e metodologie originali, insieme al ridimensionamento del potere assoluto delle TV a favore della riscoperta di strumenti di propaganda e informazione basati sul dialogo ed il convincimento diretto di milioni di persone, accanto all’uso dei social network e della rete. Tutto ciò è potuto avvenire perché è esploso nel paese un nuovo bisogno di partecipazione e di impegno che si è nutrito di uno straordinario interesse per i beni comuni.
La campagna referendaria ha quindi costituito una formidabile occasione perché si recuperasse il dibattito e l’elaborazione a livello territoriale su questioni strategiche, nazionali e globali: questo rende possibile, oggi, intrecciare le esperienze locali in un ambito più collettivo e in una prospettiva di nuova mobilitazione sociale e culturale a scala nazionale.
Per tutto ciò oggi è possibile parlare di un nuovo punto di partenza.
A due condizioni.
Che si valorizzi la varietà e ricchezza di posizioni e approcci.
Che non si rinunci ad un’azione unitaria ed efficace una volta individuato lo scenario condiviso.
Tale scenario può essere sintetizzato nella contemporanea presenza sulla scena mondiale della crisi economica e di quella climatica che disegnano il nostro campo d’azione intorno a tre grandi questioni tra loro intrecciate: lo sviluppo delle rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica, la risposta ai cambiamenti climatici, le opportunità di lavoro e di modifica degli stili di vita che tutto ciò determina.
Grazie a questi scenari oggi è concretamente possibile costruire una nuova economia fondata sulla sostenibilità ambientale, a basse emissioni di CO2, ed un modello di produzione distribuita dell’energia, partendo dal riconoscimento che stiamo vivendo nella prima fase di una vera e propria rivoluzione energetica, alla ricerca di un diverso paradigma di gestione delle risorse, che superi anche la dicotomia pubblico-privato. L’Unione Europea, ad esempio, sta elaborando una RoadMap per la decarbonizzazione al 2050. Si tratta di una vera rivoluzione, con il completo affrancamento dal carbone e dal petrolio che hanno costituito la base della rivoluzione industriale degli ultimi 200 anni. L’esito però di questa storica battaglia è tutt’altro che scontato: anzi, è già in atto un’offensiva tesa a rilanciare l’uso del carbone e mantenere inalterato il peso dei combustibili fossili.
Dobbiamo anche sapere che la rivoluzione energetica non è un processo tecnico, ma richiede un ripensamento profondo dei processi sociali e dei modelli culturali. Serve perciò rilanciare un grande investimento nella formazione di un nuovo patrimonio di conoscenza e di consapevolezza delle persone, che passa sia attraverso un rilancio del sistema di istruzione e ricerca sia attraverso il recupero dei saperi delle comunità.
Serve pensare a forme nuove e originali di mobilitazione sociale, capace di tenere insieme le associazioni con i gruppi di acquisto solare, le imprese con il governo del territorio, i piani di riqualificazione energetica delle città con la produzione distribuita di energia pulita, l’apertura di concrete prospettive di futuro per i giovani con il rilancio del lavoro a partire dal ruolo dei lavoratori nell’intervenire sui cicli produttivi e sui prodotti nella prospettiva di una riconversione energetica.
Sono obiettivi e prospettive ambiziosi. Tanto più che oggi in Italia, a differenza che nella maggior parte dei paesi europei, non esiste alcuna strategia e programmazione, né sul Clima e la riduzione delle emissioni climalteranti, né sull’energia. Sono necessarie scelte strategiche e settoriali di Governo e Parlamento, con un ruolo attivo delle Regioni e degli Enti Locali che partano dal chiaro obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica in tutti i settori energetici (produzione elettrica e industriale, terziario, trasporti, riscaldamento e agricoltura).
La forza che abbiamo accumulato durante la campagna referendaria può trasformarsi oggi in un grande movimento popolare che costruisca uno spazio pubblico partecipato capace di produrre risposte concrete alle sfide che abbiamo delineato, tenendo insieme energie pulite, clima, lavoro, ricostruendo un’idea di futuro che abbia al centro il benessere comune.
Oggi possiamo aprire un percorso originale e ci possiamo muovere su più piani:
- iniziativa forte ed incisiva contro il carbone a partire da una iniziativa nazionale da tenersi a Porto Tolle in autunno.
- appoggio alla Proposta di legge di iniziativa popolare SVILUPPO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELLE FONTI RINNOVABILI PER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA, per chiedere che la nuova Strategia Energetica e Ambientale Nazionale sia fondata sugli obiettivi europei di riduzione delle emissioni climalteranti entro il 2020 e sull’obiettivo di completa decarbonizzazione al 2050, sostenuta da un processo partecipato di consultazione che veda il coinvolgimento di tutti gli attori sociali (organizzazioni non governative, sindacati, aziende, cittadine e cittadini) e delle istituzioni locali e regionali.
- avvio di un percorso di confronto con i sindacati sulle opportunità di coniugare la sfida energetica con il lavoro
- promuovere una conferenza nazionale per l’energia che elabori un Piano Energetico Nazionale, partendo dall’attuale overcapacity nella produzione elettrica, per puntare alla progressiva sostituzione dell’uso di combustibili fossili con le fonti energetiche pulite e rinnovabili, nel quadro di una generale riduzione del consumo di energia e un uso più efficiente dell’energia stessa.
- messa in campo di piani energetici locali, in particolare per le grandi aree urbane, che sulla base di regole chiare individuino le priorità e le scelte strategiche, minimizzando l’impatto nell’uso del territorio.
- iniziativa autunnale per una Strategia Energetica e Ambientale che tagli le emissioni di gas climalteranti globali e locali, oltre che le emissioni dannose per la salute, che rilanci l’attenzione in Italia per i cambiamenti climatici e le urgenti e conseguenti azioni che rispecchino la giustizia climatica a livello nazionale e internazionale, mobilitando il popolo delle rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza strutturazione di un Centro Studi, che accompagni le elaborazioni territoriali e avanzi proposte per la convocazione di una conferenza nazionale e la predisposizione di un vero e proprio piano energetico per l’Italia, ponendo l’obiettivo ambizioso, come già ha fatto la Germania, della produzione di energia da fonti rinnovabili all’80 % entro il 2050, con la contestuale riduzione del consumo energetico da fonti fossili
- prosecuzione della mobilitazione antinucleare sia per tenere sotto osservazione il nucleare che già c’è (dal decomissioning alla presenza di uranio impoverito o in ogni modo riprocessato), sia per lavorare con il movimento antinucleare europeo
- partecipazione alla cinquantesima Marcia della Pace Perugia-Assisi perché la necessità di approvvigionamento energetico e la dipendenza da fonti esauribili e geolocalizzate continua ad essere, insieme al bisogno di acqua, la causa principale di molteplici conflitti.
Sulla base di questi elementi l’assemblea decide di riconvocarsi entro il mese di settembre 2011 per proseguire l’esperienza unitaria della campagna referendaria, promuovendo la costituzione di comitati territoriali aperti in un percorso nazionale per la costruzione del forum italiano per l’energia, entro la prospettiva aperta dalla cultura dei beni comuni.
Da: Coordinamento Energia Felice [mailto:info@energiafelice.it] Inviato: venerdì 15 luglio 2011 08:57 Oggetto: Newslletter Energia Felice
Care/i, in questa fase postreferendaria, cerco di fornire documentazione per il consolidamento di una lettura territoriale dell’energia come bene comune legato alla vita. I destinatari sono in particolare i movimenti sul territorio, gli amministratori, i militanti sindacali e i delegati nei luoghi di lavoro, oltre a chiunque si interessi alle politiche energetiche e ambientali. Utilizzando “Slideshare”, ho preparato sul sito www.energiafelice.it (cliccare in alto a destra su "nuova sezione slides") una sequenza di slides molto esauriente, aggiornatissima, logicamente concatenata in capitoli e a libero accesso da parte di chiunque. Si può sfogliare, sia nella sua interità organizzata (462 slides!), che nei capitoli più brevi in cui è articolata, fare il download, mantenere aggiornata, integrare. E’, in ogni caso, una facilitazione per chiunque voglia documentarsi o comunicare, sia in ambito informativo che educativo. Metto qui sotto una presentazione e le indicazioni per il sito e mi piacerebbe che lo andaste a vedere, mi deste una valutazione e, se lo riteneste utile, ne parlaste nelle vostre reti.
Intanto un abbraccio e auguri per vacanze serene (e meritate).
Mario Agostinelli
Aver registrato un numero di votanti così alto nonostante le condizioni in cui i comitati referendari si sono trovati ad operare, è un risultato che molti non prevedevano. Ed in tanti non auspicavano. Quel che è avvenuto con i referendum è scandaloso per un verso ed entusiasmante per l’altro. Il quorum registrato segna un passaggio epocale. La società civile nonostante i poteri economici, malgrado le burocrazie e la farraginosità della politica e a dispetto della televisione e di tutti i “liberi servitori” che la umiliano. Ha funzionato il passaparola, il racconto di un mondo nuovo possibile, la convinzione di dover cambiare partecipando, per salvare noi stessi e il pianeta. Finalmente anche noi ci sentiamo parte del vento che cambia – lo stesso vento in tutto il Mediterraneo - che si armonizza finalmente con l’acqua e il sole, a cui dovremo dedicare l’attenzione che meritano i beni comuni che abbiamo in prestito dalle generazioni future.Finalmente, torna a guardarci l’Europa.
Mario Agostinelli
Evviva! I referendari stanno vincendo!
E' in via di organizzazione una iniziativa a Milano per festeggiare il "miracolo" del raggiungimento del quorum, che lo stesso Maroni dà, a quanto si apprende dai notiziari TV, ormai per scontato.
Con camion palco e presenza di comici, artisti, cantanti, ecc.
Alle 18,30 in Largo Cairoli (oggi, lunedi 13 giugno)
Dal nostro punto di vista, anche a quorum sfiorato, quindi solo da vincitori politici e morali (per ammissione - a suo tempo - dello stesso premier), avremmo dovuto comunque vederci, intendiamo la cittadinanza attiva, per ribadire che non ci rassegnamo, "ci siamo e non molliamo".
Perché il punto veramente da capire è il seguente: la partita antinucleare (e per i beni comuni) non si sarebbe chiusa con il risultato referendario negativo; e non si chiude affatto con il risultato positivo.
A quorum raggiunto, partiamo in vantaggio. E "confliggere" con le lobby in condizioni di superiorità non fa male, direbbe Monsieur di Lapalisse.
Se invece lo avessimo solo sfiorato, il quorum, avremmo avuto rapporti di forza più sfavorevoli, ma importantissime "carte" da giocare lo stesso.
Per verificare e approfondire queste considerazioni, per preparare il bilancio politico ed inquadrare le prospettive politiche della campagna referendaria, ne discutiamo, noi dell'ENERGIA FELICE, presenti Mario Agostinelli ed Alfonso Navarra, mercoledi 15 giugno, alle ore 17.00 in via Borsieri, 12 - c/o Spazio Kronos.
Abbiamo importanti compiti di resistenza e compiti di costruzione dell'alternativa pacifica "acqua e sole". Non lottiamo solo per noi, tutta l'Europa ci guarda!
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Vento nuovo da acqua e sole A cura di Mario Agostinelli
Da Il Manifesto di domenica 12 giugno 2011
Siamo al “batti-quorum” e la convinzione di quanti hanno impegnato le loro forze nella campagna per acqua e nucleare è rafforzata nelle ultime settimane dalla percezione di una crescita impetuosa di voglia di rappresentanza diretta e di segnali netti da mandare alla politica, ben al di là delle tradizionali appartenenze. Credo che il sequestro di informazione, l’insistenza ad esorcizzare il dibattito sui contenuti dei referendum e lo scellerato boicottaggio del voto da parte di tutto il Governo si vada a scontrare irreversibilmente con la percezione vasta dei cittadini di essere di fronte alla più costruttiva opzione sul futuro che l’agenda elettorale degli ultimi anni abbia loro riservato. Ritengo molto probabile un effetto boomerang, sotto cui un esecutivo arrogante e irresponsabile verrà ridicolizzato. Dopo quindici anni di rituali consultazioni popolari, prevalentemente su marchingegni elettorali o su questioni care all’ingegneria istituzionale, alla casta o alle corporazioni, questa volta siamo interpellati nientemeno che su privatizzazioni, compromissione dei beni comuni, qualità della politica energetica e uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Non solo assi strategici del governo in carica, ma cardini da sempre della politica economica e sociale che ha a che vedere,nell’immediato, con il superamento della crisi e delle disuguaglianze economiche e, nel medio termine, addirittura con la sopravvivenza e con la specificità della convivenza sociale. Ma, soprattutto in questa fase, prodotti di una riflessione e di una maturazione collettiva sullo spostamento dell’attenzione dall’economia alla vita. Uno spostamento che caratterizza quello che viene chiamato il “vento nuovo” e che la politica si ostina a non capire.
Non a caso sono proprio le nuove generazioni che non ci stanno a farsi monetizzare l’esistenza, ad ammonirci che decenni di amministrazione degli interessi dei più forti a danno del bene comune li priva dell’essenza della democrazia, che è la possibilità di creare una società in cui valga la pena di vivere, relazionarsi, studiare, lavorare, procreare. Io non credo che ci sarebbero stati i risultati emersi d’improvviso alle amministrative delle scorse settimane, i Pisapia, i De Magistris, gli Zedda, ma nemmeno la sconfitta pesantissima del leghismo nella sua patria di origine, senza dieci anni di penetrazione diffusa della riscoperta dei beni comuni, di faticosa ma convinta sottrazione dell’acqua alla sfera dell’economia, di spazi di rivendicazione dell’irriducibilità dei diritti e delle libertà nel lavoro, di pretesa risintonizzazione del sistema energetico con il sole e la natura. Insomma, senza movimenti, FIOM e CGIL e senza una nuova generazione che prende la ribalta, non saremmo già entrati in una stagione nuova. E se le nuove amministrazioni vogliono governare con il consenso devono certamente trovare risposte convincenti e partecipate alle domande poste dai referendum. Ci stiamo infatti tutti accorgendo – a destra come a sinistra - che siamo di fronte alla rarefazione delle risorse necessarie e indispensabili a vivere , alla mercificazione e monetizzazione di ogni forma di vita e salute, alla privatizzazione delle decisioni pubbliche relative alla valorizzazione e uso dei servizi comuni come l’energia, l’acqua, la scuola.
Da questa constatazione sono nati i quesiti di Giugno e la gente se ne è accorta, al punto da partecipare in questa campagna a migliaia di iniziative, darsi momenti di ritrovo, puntare sulla creatività e, potrei dire, sull’allegria dello stare insieme. Qualcosa che supera temporalmente i referendum e che dovrà produrre nel tempo che viene tutte la sue potenzialità, dato che non ci è stata data la possibilità di una discussione pubblica limpida e di una registrazione del cambiamento così inconfutabile da costringere il mondo politico e i manipolatori dei media a non sottovalutarlo. Perché di vera discriminante si tratta per l’appuntamento di fine settimana e i casi dell’energia e dell’acqua sono tra i più emblematici e di rilevanza strategica per il divenire delle società umane e della biosfera che caratterizza il pianeta.
In questa prospettiva mi sento di “forzare” i quesiti su acqua e nucleare dentro una dimensione comune, che fino ad ora la campagna referendaria ha mantenuto ancora disarticolata. La prendo volutamente da lontano. La questione dell’alternativa tra atomo e sole va impostata non solo sul piano della sfida tra tecnologia e sicurezza, o del conflitto tra interpretazione prometeica e precauzionale del ruolo della scienza, ma, utilizzando continue allusioni alla metafora dell’universo,va collegata alla sopravvivenza della specie, alla necessità di una condivisione dello spazio e del tempo tra uomo e natura, alla constatazione dell’incompatibilità tra giustizia sociale e spreco dei beni comuni, a cominciare dall’acqua. Niente cattura l’attenzione quanto l’accostamento delle parole vita e universo.
Ci sono voluti miliardi di anni per formare i mattoni necessari a qualunque forma di complessità chimica come quella del fenomeno che chiamiamo «vita», così dipendente – come sappiamo - dall’acqua. Questi mattoni si sono formati in seguito a una lenta sequenza di reazioni nucleari all’interno delle stelle: dall’idrogeno diffusissimo fino all’uranio, relativamente instabile. Se l’universo non fosse così “vecchio” e espanso, sarebbe così denso di energia in tutti i suoi punti da non consentire pianeti raffreddati e stelle assai distanti che li irraggiano e li illuminano. E’ per questo che su un pianeta del sistema solare come la Terra è apparsa la vita, che si è evoluta e differenziata fino ai nostri giorni e che verrebbe meno senza acqua o con troppo consumo istantaneo di una energia accumulata nei millenni, quando l’uomo non abitava ancora la Terra, come è nel caso del petrolio o, ancor più, dell’uranio.
Cercare di non mandarci a votare per impedire una discussione pubblica sull’insostituibilità dei beni comuni o sull’alternativa tra atomo e sole, corrisponde a precluderci il confronto centrale di questa fase storica: come assicurare la sopravvivenza e un avanzamento civile quando le risorse naturali incominciano a scarseggiare. Tutti, dopo Chernobyl e Fukushima, hanno capito che un reattore a fissione funzionante come quelli ad altissima potenza che Berlusconi vorrebbe acquistare da Sarkozy, è in termini energetici un incidente latente “moderato e controllato”, fatale per la vita e divoratore fino al paradosso del “termometro” della salute: il liquido incolore che piove dal cielo e circola negli enormi condensatori delle centrali e che viene riversato degradato e contaminato nei fiumi e nei mari.
Un incidente “scientificamente” predisposto, contenuto e tenuto a bada da barre, circuiti di raffreddamento, contenitori a tenuta stagna, complessi sistemi software, fintantoché non se ne scopre l’insostenibile effetto termico e radiante, a seguito di qualche incidente non eliminabile in principio, in quanto prodotto dall’ambiente naturale o dalla quotidianità di cui l’impianto è entrato a far parte. Una quotidianità, ai tempi del cambiamento climatico, sempre più sensibile alla siccità, all’aumento di temperatura e di contenuto energetico dell’atmosfera, all’evaporazione di mari, fiumi e laghi e allo scioglimento dei ghiacciai. La scelta di abbandono del nucleare, come quella di sottrarre alla privatizzazione l’acqua per consegnarla al governo territoriale dei cittadini, non è quindi roba da ingegneri, ma riflessione alla portata di qualsiasi persona responsabile che ha diritto di voto.
E come non collegare la proiezione vorace delle multinazionali verso l’”oro blu” alla volontà delle stesse di mantenere in vita un sistema elettrico centralizzato, concentratore di risorse finanziarie e dissipatore di risorse naturali, “sicuro” solo fintanto che se ne possano trarre profitti privati e scaricare costi sulla collettività?
Forse, dopo lo sconquasso dei decenni passati, siamo alla più importante svolta di politica economica e sociale del nuovo millennio, che prevede il ritorno nel campo dei beni comuni del sole e dell’acqua, due fonti di vita, di giustizia climatica e sociale, di lavoro qualificato e di occupazione dignitosa.
Perché farcela sfuggire e non imprimergli invece quella torsione permanente che solo la democraziapraticata e la partecipazione consapevole e informata assicurano nel tempo?
Da: Coordinamento Energia Felice [mailto:info@energiafelice.it] Inviato: lunedì 6 giugno 2011 09:53
Oggetto: Importante: ultimo sprint
IMPORTANTE
Ultimo sprint
Siamo vicinissimi al quorum ma non diamo niente per scontato.
Attraverso gli strumenti informatici stiamo coprendo una fascia ancora insufficiente.
Abbiamo pertanto deciso di puntare gli sforzi di questa ultima settimana in 5 direzioni:
1. contattare ovunque la CGIL e concordare la diffusione di materiale nei luoghi di lavoro;
2. contattare ovunque le parrocchie diffondere la lettera allegata
3. diffondere in tutte le caselle del vostro condominio un volantino tipo come quello allegato;
4. concentrare in feste, riunioni creative, presidi e banchetti lo sforzo congiunto di tutti i comitati;
5. utilizzare a fondo il materiale riorganizzato completamente sul sito www.energiafelice.it.
In particolare con sezioni Volantini, video, spot e calendario eventi il cui accesso facilita l'efficacia della nostra comunicazione.
PRIMO QUESITO
“Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”
Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008, cosi come modificato dall’art.15 del decreto 135/2009 (c.d. Decreto Ronchi) relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, compreso quello idrico. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo che impone agli Enti locali di consegnare definitivamente al mercato i servizi idrici di questo Paese. SECONDO QUESITO
“Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base… continua la lettura
12 e 13 giugno si voterà anche per il referendum sul nucleare. L'ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha stabilito, infatti, che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare. La Cassazione ha quindi confermato che i cittadini potranno esprimersi anche sul quesito depositato a suo tempo dall'Idv, che resta in campo assieme agli altri tre, due sull'acqua e uno sul legittimo impedimento di premier e ministri a partecipare alle udienze.
Comunicato:
REFERENDUM. COMITATO VOTA Sì: CENSURATA L’ARROGANZA DEL GOVERNO
“HA VINTO LA DEMOCRAZIA, ORA TUTTI AL VOTO”
Roma, 1 giugno 2011. “Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano. La Cassazione censura l’arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, oltre 80 associazioni a favore del referendum contro il ritorno all’atomo, plaude alla decisione della Corte, che “ha arginato i trucchi e gli ipocriti ‘arrivederci’ al nucleare e ha ricondotto la questione nell’alveo delle regole istituzionali, contro l’inaccettabile tentato scippo di democrazia”.
Secondo le associazioni “oggi ha vinto lo spirito democratico e referendario, hanno vinto gli italiani, che potranno esprimersi e cacciare definitivamente lo spettro del nucleare dall’Italia. Domenica prossima tutti al voto contro il nucleare e per l’acqua pubblica!”.
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Fukushima, assai più di Chernobyl, costituirà lo spartiacque tra l’era fossile-nucleare e quella solare. Non si tratta semplicemente di un cambiamento dovuto alla tecnologia, ma di un rinnovato e – dati i tempi – rivoluzionario rapporto tra uomo e natura, tra vita e economia.
Gli autori capovolgono l’approccio corrente alla politica energetica: quale società, giusta e desiderabile e quale futuro per la specie umana impongono un quadro nuovo di convivenza con tempi e spazi della biosfera a cui apparteniamo indissolubilmente? Così “energia-vita” diventa la parola chiave per la dare priorità… continua la lettura
PRESIDIO IN SEDE RAI MILANO PER L’INFORMAZIONE REFERENDARIA
Cosa è cambiato dopo il voto del decreto omnibus di ieri? Al momento NIENTE.
Il decreto non è ancora operativo e il referendum sul nucleare resta una scadenza per cui lavorare, in attesa del pronunciamento della Cassazione, che non pare scontata. Quindi non molliamo, anzi se possibile alziamo i toni della campagna per il Sì!
E siccome i media non aiutano, VENERDI’ MATTINA ci diamo appuntamento davanti alla sede RAI di corso Sempione per un presidio: chiediamo che il servizio pubblico si… continua la lettura
Il referendum abrogativo è uno strumento di esercizio della sovranità popolare ed è uno strumento di democrazia diretta perchè permette agli elettori di esprimere direttamente il proprio volere su un tema specifico. Per poter esprimere un giudizio quanto più consapevole possibile sui temi oggetto di referendum abrogativo è necessaria un’adeguata informazione. A questo scopo sono state scritte le righe che seguono.
Il 12 e il 13 giugno gli elettori sono chiamati ad esprimersi sui seguenti quattro quesiti referendari:
1) Abrogazione di norma sulle Modalità di affidamento e gestione dei servizi… continua la lettura
Cari e care, come già sapete per permettere il voto a tutti quelli che si trovano fuori dal proprio comune di residenza per ragioni di lavoro e/o studio c’è bisogno che siano nominati rappresentanti di lista in un seggio del comune in cui hanno il domicilio. Abbiamo fatto un accordo con l’Italia dei Valori che ci permetterà di far nominare rappresentanti di lista tutti i nominativi che segnaleremo. L’IDV ha l’opportunità di nominare 2 rappresentanti di lista (effettivo e supplente) sia come Partito presente in Parlamento che come Comitato promotore… continua la lettura
Il 27 maggio 2011 si terrà la NOTTE GIALLA per i referendum, evento auto-organizzato a livello nazionale. Ogni cittadino, ogni associazione, ogni organismo potrà organizzare nel proprio distretto, città, comune, piazza, via, quello che più gli piacerà fare in sostegno dei referendum del 12 e 13 giugno: incontri pubblici, conferenze, assemblee, proiezioni, danze, concerti, teatro, readings, guerilla gardening, massa critica, flash mob, …; tutti saremo uniti, nella stessa notte, per un solo obbiettivo: il successo dei 4 referendum.
Libero sfogo alla fantasia ed alla creatività!
Per informazioni e per… continua la lettura
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Da: alfonso navarra Inviato: martedì 24 maggio 2011 14:41 Oggetto: nucleare sì - nucleare no oggi a Meda - ICEI organizza
NUCLEARE SÌ NUCLEARE NO
DALL'INCOGNITA REFERENDUM A FUKUSHIMA, UNA RIFLESSIONE SU POTENZIALITÀ E LIMITI DELL'ENERGIA NUCLEARE
Martedì 24 maggio alle ore 21
presso: Sala “Ugo Elli”, vicolo Comunale - piazza del Municipio, Meda
L’incontro s’inserisce nell’iniziativa complessiva VIAGGIO INTORNO AL TERZO MILLENNIO: IL MONDO E I SUOI PROBLEMI , promossa congiuntamente, oltre che dall’Istituto cooperazione economica internazionale (Icei) che la coordina, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Meda.
L’incontro prevede:
1) Una relazione di Alfonso Navarra - Coordinamento Energia Felice, autore di “La follia del nucleare – dialoghi con Greta”;
2) una relazione del Prof. Carlo Lombardi, docente ordinario di Impianti Nucleari presso il
Politecnico di Milano e Consulente scientifico della Fondazione Energy Lab;
3) il dibattito con il pubblico attraverso domande/risposte.
Tempistica
L’incontro durerà indicativamente due ore.
Taglio e contenuti
Per quanto riguarda i contenuti, l’incontro vuole approfondire in chiave tecnica le argomentazioni pro e contro l’uso dell’energia nucleare. Tale argomento sarà trattato anche in riferimento al referendum che si terrà il prossimo giugno e agli eventi accaduti a Fukushima.
Il pubblico a cui saranno rivolti gli interventi è un pubblico generico, ma molto interessato a questo tipo di tematiche.
SINTESI DELLA RELAZIONE DI ALFONSO NAVARRA ALL’INCONTRO ICEI Meda, 24 maggio 2011
Nell’affrontare il problema nucleare l’invito che rivolgo è di guardarci bene dal restare emotivamente condizionati dall’ideologia dell’azzardo a tutti i costi, che ritengo tipica dello scientismo tecnocratico corrente.
Gli “esperti” ufficiali dobbiamo prenderli con le molle: le loro affermazioni apodittiche, fondate sulla base di un sapere (limitato) e non sulla “saggezza” (quella ad es. di Socrate che sapeva di non sapere, consapevole, appunto, dei limiti della nostra conoscenza), finiscono per scontrarsi con la dura lezione dei fatti.
Prendiamo ad esempio quanto affermato da Umberto Minopoli, manager di Ansaldo Nucleare, in “Perché sì al nucleare”, a cura di Flaminia Festuccia, Armando Editore 2010, una pubblicazione più che rappresentativa della lobby filonucleare italiana (gli altri intervistati sono. Infatti, Fulvio Conti, Umberto Tirelli, Chicco Testa, Stefano Saglia).
“Non è possibile pensare a qualcosa di peggio di quello che è successo a Chernobyl”.
Guarda caso l’IAEA sta pensando di introdurre per Fukushima un “livello 8”, di un punto più alto del “livello 7” che fu attribuito al disastro “sovietico” del 1986.
Ancora (sempre Minopoli): “L’incidente di Three Miles Island (di livello 4 – ndr) è il massimo incidente tecnico che può avvenire in una centrale occidentale”.
Abbiamo infatti costatato.
Ora questi esperti con la medesima sicumera sostengono che le centrali di Terza Generazione, più o meno avanzata, sono 100 volte più sicure di quelle della Seconda, vale a dire della stragrande maggioranza di quasi tutti i reattori funzionanti nel mondo.
Vedremo.
O per meglio dire: non vedremo affatto. Almeno in Italia, grazie al referendum del 12 e 13 giugno, io spero. Il problema dell’energia nucleare, e dell’energia in genere, essendo “complesso”, è affare troppo serio per essere delegato a singoli specialisti (e comunque non c’è uno specialista singolo che possa abbracciare completamente le implicazioni del nucleare) e nemmeno ad un coordinamento di specialisti di tutte le discipline implicabili.
L’energia è legata alle scelte di vita di tutti, al modo in cui vogliamo vivere e consumare. Noi cittadini siamo parte attiva e determinante del problema con il nostro lavoro ed i nostri consumi. Siamo noi a dover esprimere quali sono i nostri bisogni ed i nostri sogni, e non ce li faremo certamente imporre dall’alto seguendo gli ordini più o meno illuminati di una casta di tecnocrati (o aspiranti tali).
Per quanto riguarda la problematica in oggetto, in senso più stretto, proviamo ora semplicemente a ragionare, da una angolazione particolare che ritengo illuminante e determinante, adoperando l'unico strumento del nostro buon senso, su due notizie esemplari ampiamente diffuse dai media all'inizio di questo nuovo anno (2011):
1- un cyberattacco scatenato da Israele, con l'aiuto USA, mediante il virus Stuxnet, ha ritardato significativamente i programmi nucleari iraniani (non potranno farsi la Bomba prima del 2015) perché ha messo fuori uso un terzo delle centrifughe con cui Teheran si arricchisce da sè l'uranio;
2- le trattative tra l'ONU (5+1, i cinque Paesi del Consiglio di Sicurezza più la Germania) e l'Iran in materia nucleare ristagnano perché Teheran si rifiuta di trasferire il proprio uranio arricchito all'estero per ulteriori lavorazioni e rifiuta di far gestire a Francia e Russia il ciclo del combustibile atomico per la propria centrale di Busher (arricchimento dell'uranio, appunto, ma anche ritiro e trattamento delle scorie).Occorrerebbero, con la tecnologia iraniana, 1.000 kg di uranio arricchito al 3,5% per ottenere 50 kg di uranio arricchito al 90% buono per un ordigno atomico.
Cosa ci dicono, allora, queste due notizie, per nulla segrete, squadernate belle belle sotto i nostri occhi? E che praticamente ogni giorno, in versione analoga, possiamo trovare su tutti i giornali che compriamo nelle edicole?
Delle cose di tutta evidenza:
1- esistono delle tecnologie di "arricchimento dell'uranio" che così come preparano il combustibile atomico da "bruciare" nelle centrali, allo stesso modo, con un grado superiore di presenza di U235 nel materiale fissile, quello adatto per le reazioni a catena, producono l'esplosivo nucleare per le bombe atomiche;
2- i programmi "civili" di un Paese possono benissimo essere piegati a finalità militari ed è lo Stato l'attore principale che li progetta, finanzia e coltiva;
3- questi programmi cripto-militari si attaccano spesso a giustificazioni di utilità sociale che non stanno in piedi.
Queste osservazioni contengono gran parte di quello che occorre per penetrare i misteri del nucleare ed in particolare evidenziano uno dei due aspetti della base tecnica del rapporto tra nucleare civile e nucleare militare: l'arricchimento dell'uranio che pone capo all'equazione: combustibile = esplosivo. Il combustibile con il quale produci l'elettricità nelle centrali (uranio arricchito al 3-5%) può diventare la carica esplosiva atomica nelle bombe nucleari (uranio arricchito all'85-90%). L'altro aspetto di questa base tecnica, non esplicitamente menzionato, e che quindi andrebbe rintracciato con ulteriori ricerche, è l'estrazione del plutonio che si ricava "ritrattando" le scorie radioattive. Ma non ci vuole poi molto a procurarsi la notizia che dalle scorie radioattive di un anno di centrale da 1.000 Megawatt puoi estrarre 50 kg di plutonio buono almeno per 5 bombe atomiche di non eccelso livello (anche il plutonio va "raffinato"). La bomba atomica si fa con 50 kg di Uranio arricchito oppure con 5 kg di plutonio "raffinato", ambedue con isotopi "weapon grade". Tanto per avviarsi a comprendere, con quanto sopra enucleato, l'affermazione di Amory Lovins: "L'elettricità è solo un sottoprodotto dei programmi nucleari".
Persino l'Italia, con la complicità della Francia, ha tentato di diventare una "potenza nucleare latente", come la Germania e il Giappone. Vi sono almeno tre tentativi testimoniati di progetti di bomba atomica italiana "in un quadro europeo": negli anni '60 (in parallelo ad Euratom), negli anni '70 (bloccato con l'adesione al TNP previa "clausola" europea) e negli anni '80 (qui lo stop avviene con il referendum dopo Chernobyl).
“ Potenza nucleare latente” è quella che non ha i missili atomici belli e pronti sulle rampe di lancio, ma tuttavia ha:
La tecnologia in proprio per produrre U235 o Pu239
Materiale fissile stoccato in quantità
Risorse organizzative ed industriali adeguate per assemblare le bombe e dispiegarle
La tecnologia dei vettori missilistici per portare l’ordigno sui bersagli.
Il nucleare non è funzione della questione energetica, o economica, o ambientale, ma funzione della partita geopolitica, funzione della potenza. La deterrenza militare da quantitativa diventa qualitativa? Il ricorso al megatonaggio bruto diventa "obsoleto" perchè conta di più la qualità tecnologica delle armi atomiche? Ecco che serve meno materiale fissile in circolazione e si ridimensionano i programmi "civili" (come è avvenuto dal 1987 in poi, in seguito agli accordi di disarmo tra Reagan e Gorbacev: le testate nucleari da 100.000 vennero ridotte a circa 30.000).
Si è in fase avanzata per prototipi di armi nucleari di Quarta Generazione basate su nuovi principi fisici (vedi gli studi che Angelo Baracca conduce da anni)? Ecco che si cominciano a studiare centrali nucleari di Quarta Generazione. Ad ogni generazione di armi nucleari corrisponde e segue, in seconda battuta, una generazione di centrali "civili".
Per quanto riguarda la scelta italiana odierna, la mia ipotesi è che sia frutto di uno scambio legato a trattative tra Italia e Francia per ottenere “sconti”, in sede UE, sui tagli da effettuare sulla spesa pubblica per rientrare nei parametri di debito stabiliti in sede UE (60% del PIL entro il 2014).
Acquistiamo, in sostanza, gli EPR francesi come contropartita per l’intercessione di Sarkozy ai tavoli Eurofin.
Andiamo in sostanza, per le nostre difficoltà economiche, al rimorchio dello “Stato atomico” francese che abbisogna di ammortizzare i costi di gestione della sua “force de frappe”.
“Fa un po’ schifo capire che i nostri diritti vengono disprezzati, quando invece siamo fieri di contribuire anche dall’estero alle sorti del nostro Paese”. Così Guido, ex scalpellino di Asiago, che abita nel Canton Ticino da quarant’anni e che interviene a una riunione di connazionali che ho avuto l’occasione di introdurre venerdì scorso a Bellinzona.
Casa del Popolo, un modernissimo e molto frequentato locale di fronte alla stazione della capitale della Svizzera italiana, restaurato dall’Unione Sindacale e luogo di riunione dei lavoratori e delle loro famiglie. Riunione sui referendum del 12 e 13 giugno organizzata dal locale circolo di Sinistra e Libertà con la presenza vivace e interessata di una cinquantina di attentissimi partecipanti. Racconto delle peripezie cui sono sottoposti i quesiti referendari, delle acrobazie del governo per affossare la consultazione, del silenzio tombale su acqua, nucleare e giustizia a cui i servitori del potere si sono volentieri sottomessi. E scopro cose non note, ma di una gravità inaudita.
Gli Italiani residenti in Svizzera avrebbero dovuto entro il 9 aprile scorso avvisare il comune di origine sul loro eventuale rientro per depositare la scheda in Italia, ma non hanno avuto alcun avviso dal Consolato. Voteranno quindi per corrispondenza: hanno appreso dai quotidiani svizzeri che sarà tra il 29 maggio e l’8 giugno, ma non hanno ricevuto alcuna comunicazione, nemmeno dal Comites (un organismo eletto dagli italiani all’estero) che ha il dovere istituzionale di farlo. Forse a giorni riceveranno un plico dal Consolato con dentro tutti e quattro i quesiti – evidentemente anche quello sul nucleare per cui il Governo impudentemente cerca di evitare la consultazione popolare, ma su cui la Cassazione non si sarà ancora pronunciata – e si chiederanno che farne e se vale la pena di consegnare la busta con il loro voto, visto che gira la voce “che i referendum sono inutili, perché ci sta pensando Berlusconi e non si sa nemmeno se si faranno”.
Chiedo loro se sanno del quorum. Lo sanno altroché: ricordano che da quando concorrono anch’essi al raggiungimento del quorum, la loro scarsa o alta partecipazione è subito riportata dai media italiani come trend anticipato del risultato nazionale. E possiamo star certi che l’azione cosciente dei Maroni e dei Frattini (i ministri che se ne occupano “alacremente”) affinché due milioni di italiani fuori confini non spediscano le schede per i referendum di giugno, verrà ricompensata dalla rottura del silenzio dei vari Minzolini, desiderosi di comunicare un flop da Bellinzona a Buenos Aires.
Quando, indignati per le informazioni che ci siamo scambiati, ci spostiamo dalla sala riunioni al grande salone con i muri tappezzati di schermi piatti che rilanciano le Tv nazionali, vediamo sculettare Belén, inveire il Cavaliere contro i magistrati, gracchiare la Moratti sui trascorsi estremisti di Pisapia. Ma di acqua, Fukushima, sole e legittimo impedimento niente di niente. “Napolitano questa volta li dovrebbe fermare”, dice il responsabile delle Acli con l’accento integro dei baresi trapiantati. Speriamo, dico io. Anche se rimane l’amarezza e davvero lo schifo di fare gli italiani in mezzo ai ragazzi e alle ragazze più giovani che fanno l’happy hour alla Casa del Popolo rinnovata, e che ormai la cittadinanza italiana la lasceranno per strada senza grandi rimpianti…
Carissimi,
vi alleghiamo il volantino della manifestazione antinucleare che si terrà sabato 21 maggio a Caorso congiuntamente con il coordinamento Fermiamo il nucleare dell’Emilia-Romagna. La manifestazione si inserisce nel quadro delle iniziative che i coordinamenti antinucleari di tutta Italia stanno preparando per il 21 maggio (elencate nel sito www.fermiamoilnucleare.it).
In particolare, si è pensato di articolare la manifestazione con una catena umana che parta in prossimità della centrale nucleare e che arrivi sino al centro di Caorso (presso il campo sportivo) dove sarà allestito un palco che servirà per gli interventi dei coordinamenti, degli artisti che si stanno coinvolgendo e di qualche altro nome illustre che si sta tentando di far aderire. Prima della formazione della catena umana è previsto un appuntamento stampa in modo che eventuali poltici presenti possano parlare in quel frangente perchè non avranno la possibilità di esprimersi dal palco.
Stiamo inviando una comunicazione a tutti i comuni lombardi per informarli della manifestazione e chiedendone la partecipazione. A questo punto avremmo bisogno di avere la vostra adesione ufficiale (inviando una mail al seguente indirizzo mail fermiamoilnucleare.lombardia@gmail.com); inoltre vi chiederemmo di pubblicizzare l’evento sui vostri siti e tra i vostri associati nonchè di raccogliere eventuali partecipazioni.
Per quanto riguarda i manifesti, nei prossimi giorni saranno consegnati anche in Lombardia. Sono stati destinati alla Lombardia 23000 manifesti che, per un problema logistico di Fiom-Cgil, saranno stoccati metà presso la sede di Fiom a Sesto San Giovanni e metà presso la sede di Legambiente Lombardia in Via Bono Cairoli 22 a Milano. Fiom destinerà alle proprie sedi provinciali i manifesti.
Nell’allegarvi il volantino della manifestazione, vi inviamo un saluto Per il coordinamento regionale Barbara Meggetto Damiano Di Simine
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Comitato regionale lombardo “2 SÌ per l’acqua bene comune” Comitato regionale lombardo “Vota SÌ per fermare il nucleare”
ACQUA E NUCLEARE: I SÌ CHE AIUTERANNO L’ITALIA A CRESCERE
LOMBARDIA: 1000 PIAZZE REFERENDARIE IL 5 GIUGNO
Oltre 100 associazioni nazionali e una miriade i comitati in Lombardia sostengono le campagne per i SÌ ai referendum che il 12 e 13 giugno chiameranno gli italiani al voto per il mantenimento dell’acqua pubblica e contro il ritorno dell’incubo nucleare. Un’enorme mobilitazione popolare ha aperto una contesa su questioni determinanti per il presente e il futuro del paese. Un confronto di questa portata va reso trasparente, limpido nelle sue implicazioni, così che il diritto di voto si svolga con una solida presa di coscienza e la scelta non venga inquinata da torbide manovre politiche.
Mentre il Presidente Napolitano ha rivolto un appello al mondo dell’informazione per sostenere il diritto alla partecipazione dei cittadini, il governo ha paura del voto popolare e cerca di impedire il raggiungimento del quorum: prima rifiuta di accorpare i referendum alle elezioni amministrative, poi cerca di cambiare le carte a partita iniziata, nella speranza di depotenziare lo strumento referendario e di sequestrare il diritto di voto popolare per abrogare leggi non condivise, infine impedisce l’informazione pubblica sui referendum. Si tratta di una vera e propria congiura per intaccare la democrazia, che però non ha possibilità di successo di fronte alla mobilitazione popolare.
I comitati per l’acqua pubblica e contro il nucleare portano avanti la campagna referendaria con determinazione. I referendum si faranno, tutti devono essere informati sui loro contenuti, tutti devono potersi esprimere su scelte determinanti per la vita di ognuno di noi. Chiamano perciò tutti i cittadini lombardi a mobilitarsi da subito per il raggiungimento del quorum, in tutte le forme partecipative, creative e democratiche che attraversano una storia di democrazia che ha fatto della nostra regione un punto di riferimento in ogni svolta del Paese. I due comitati lanciano una forte chiamata di responsabilità e impegno: ognuno è tenuto a compiere il proprio dovere civico e ad apporre una croce definitiva sui Sì che apriranno una nuova fase nel Paese.
Per questo saremo insieme il 5 giugno nelle piazze di tutta la Lombardia, con banchetti, gazebo, eventi, e ci mobiliteremo insieme per coinvolgere creativamente dal basso tutti i cittadini affinché abbiano coscienza che il 12-13 giugno si vota per un futuro che è loro diritto determinare.
Perché
si dice acqua pubblica,
si dice no al nucleare,
ma si legge democrazia!
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Nelle piazze e nelle strade della Lombardia parte la mobilitazione per i referendum del 12 e 13 giugno Nucleare e acqua: i Sì che aiuteranno l'Italia a crescere Grande manifestazione antinucleare a Caorso il 21 maggio e 1000 piazze per il referendum
Sono oltre 100 le associazioni nazionali e una miriade i comitati che sostengono le campagne per i SI' ai referendum che il 12 e 13 giugno chiameranno gli italiani al voto contro il ritorno dell'incubo nucleare e per il mantenimento dell'acqua pubblica. Ed ora, dopo l'approvazione scandalosamente tardiva del regolamento per la par condicio, parte la chiamata alla mobilitazione per portare gli elettori al voto referendario.
“Il Presidente del Consiglio ha certificato con le sue dichiarazioni quello che sapevamo da tempo: gli italiani sono in stragrande maggioranza contrari al piano nucleare del governo, lo erano prima dell'incidente in Giappone, e lo sono ancora di più ora che questo sventurato Paese ha vissuto sulla sua pelle gli effetti di scelte energetiche sconsiderate - dichiarano le associazioni del Comitato promotore lombardo 'Vota sì per fermare il nucleare' -.
Ma la lobby nucleare lavora slealmente per impedire che, con l'esercizio del voto, il popolo scriva la parola fine alla spregiudicata avventura nucleare, traghettando l'Italia per sempre fuori da ogni velleità nuclearista, e dando un segnale forte anche agli altri Paesi europei in cui la scelta nucleare appare sempre più declinante e incerta. La nostra è una forte chiamata di responsabilità e impegno: ci mobilitiamo in tutte le piazze per informare i cittadini, il 12-13 giugno si vota, ognuno è chiamato a compiere il proprio dovere civico, e ad apporre una croce definitiva sul Sì che abroga il piano di ritorno al nucleare voluto dal Governo”. Il Comitato promotore annuncia inoltre di avere in calendario due momenti di mobilitazione regionale: il 21 maggio a Caorso (PC), insieme ai comitati emiliani, una grande manifestazione antinucleare. E il 5 giugno, in tutta la Lombardia, banchetti e gazebo in mille piazze per informare i cittadini sul voto che li attende.
“Vogliamo che i cittadini lombardi dicano la loro su scelte fondamentali quali sono quelle sul futuro energetico e dell'approvvigionamento idrico – prosegue il Comitato -. I tre referendum sul nucleare e l'acqua pubblica rappresentano un momento di alta democrazia per condizionare in modo inequivocabile le scelte di Governo e Regioni, arginando l'ingresso di privati e speculatori nella gestione di beni fondamentali”.
Sul voto antinucleare pesa l'incognita del voto alla Camera previsto il prossimo 17 maggio, ma i comitati referendari saranno nelle piazze insieme, e fin d'ora dicono no a leggi-truffa che impediscano l'esercizio del diritto di voto e depotenzino lo strumento referendario, previsto in ogni democrazia avanzata per permettere al popolo di essere presente nelle scelte fondamentali sulla cosa pubblica. Comitato promotore lombardo “Vota SI' per fermare il nucleare ” www.fermiamoilnucleare.it
Di seguito trovate i link a due interessanti VIDEO da far girare il più possibile tra i nostri contatti
e il CALENDARIO con le iniziative in programma per le prossime settimane.
Aspettiamo anche vostre segnalazioni per arricchire il calendario.
Grazie e buon fine settimana!
Lunedì 9 maggio 2011 – ore 10.00-18.00 presso Cala Corvino, Viale Aldo Moro, 4 -70043 Monopoli Bari SEMINARIO SULL’ENERGIA PER I QUADRI CGIL DELLA PUGLIA Programma dettagliato 9 maggio __________________________________________ Giovedì 12 maggio 2011 – ore 21.00 presso Teatro Nuovo, Via Lissi 9 – Rebbio (CO) COMICI PER L’ACQUA PUBBLICA Spettacolo teatrale a sostegno dei Referendum per l’acqua pubblica Manifesto 12 maggio __________________________________________ Venerdì 13 maggio 2011 – ore 20.30 presso Casa del Popolo, Viale Stazione 31, Bellinzona LA SINISTRA ITALIANA IN SVIZZERA VOTA 4 SI’ Incontro pubblico sui referendum Volantino 13 maggio __________________________________________ Venerdì 20 maggio 2011 – ore 20.30 presso Palazzo Malinverni, Piazza San Magno, Legnano (MI) CONVEGNO “QUALI ENERGIE PER IL FUTURO?” Volantino 20 maggio __________________________________________ Sabato 21 maggio 2011 – ore 10.00
MANIFESTAZIONE A CAORSO
in fase di definizione __________________________________________ Domenica 22 maggio 2011 – ore 15.00 presso Fortezza da Basso, Firenze CLIMA ED ENERGIA Incontro nell’ambito della mostra-convegno TERRAFUTURA Programma completo degli incontri a Firenze __________________________________________ Mercoledì 25 maggio 2011 – ore 21.00 presso Istituto “M.K. Gandhi”, Via Ugo Foscolo 1 – Besana in Brianza PER L’ITALIA DEI BENI COMUNI E DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Volantino 25 maggio __________________________________________ Giovedì 26 maggio 2011 – ore 18.00 presso La Feltrinelli, Via Cesare Cantù 17 – Como PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CERCARE IL SOLE. DOPO FUKUSHIMA” Volantino 26 maggio
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Il Presidente del Consiglio ha confessato che la moratoria è solo per far saltare il referendum e che è intenzione del Governo di riproporre il piano nucleare fra uno, due anni, sperando che la gente dimentichi il disastro di Fukushima.MA SARA' SOLO LA CASSAZIONE A DECIDERE SUL REFERENDUM!!!Diversi giuristi ritengono invece che non ci siano gli elementi per annullarlo e dunqueIL REFERENDUM SI FARA'!il 12-13 votiamo SI' per fermare il nucleare. Votiamo SI' anche per l'acqua pubblica
La situazione in cui ci troviamo ad operare è paradossale: i sondaggi hanno convinto il governo che, se fosse andato al referendum nucleare, avrebbe perso. Quindi il popolo ha vinto, ma rispondendo alle telefonate dei sondaggisti e non esprimendo un giudizio con una scheda elettorale. E dunque la partecipazione democratica ha perso. E il governo dichiara che in realtà vuole solo prendere tempo. Dunque il popolo è stato imbrogliato, nella sostanza. A meno che non avvenga il probabile tracollo economico della filiera nucleare, che salverebbe la sostanza ma non la… continua la lettura
Da Il Fatto Quotidiano, 20 aprile 2011 Questa al cifra stimata per il riprocessamento del combustibile dalle scorie. Un lavoro pericoloso cui gli Usa hanno rinunciato. Ancora più esorbitanti i costi di smantellamento delle vecchie nucleare. Quasi tutte quelle attive oggi risalgono agli anni 70 ed entro il 2020 verranno chiuse… continua la lettura
Carissimi,
il nostro impegno contro il nucleare e per lo svolgimento dei referendum non deve avere la minima flessione. E' chiaro il tentativo del governo di svuotare un appuntamento di democrazia diretta che potrebbe essere fatale alla sua politica di prevaricazione della volontà popolare attraverso una maggioranza agli ordini e al soldo di un capo avventurista. Prendiamoci questo tempo di vacanza e di riflessione per ordinare la nostra iniziativa, non per allentarla.
Non possiamo che augurare e sperare per tutti noi una Pasqua di pace e di profonda serenità, accompagnata dal desiderio di sentirci ancor più solidali.
Mario Agostinelli, Matteo Merletto, Alfonso Navarra
Da Il Fatto Quotidiano, 20 aprile 2011
Nel post precedente, ho esposto i criteri che il Parlamento tedesco applicherà per la revisione della sicurezza dei reattori sul suolo germanico. Criteri così restrittivi da mettere in discussione il mantenimento della maggior parte degli impianti. L’allarme dimostrato dai tedeschi è ripreso negli Stati Uniti. La Commissione sulla sicurezza nucleare americana avrebbe voluto dire molto di più sulla crisi atomica di Fukushima, ma è stata censurata dai grandi produttori di reattori nucleari come Westinghouse e General Electric. Nonostante ciò, lo Us Health Care… continua la lettura
“Abbiamo rivisto l’impostazione sul nucleare data nel 2009 e rinviamo una decisione cosi’ importante ad un chiarimento complessivo in sede europea“. Cosi’ il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, ha spiegato in aula al Senato la decisione del governo di fermare la realizzazione della costruzione delle centrali nucleari.
E così risponde il Comitato: “Ora dopo ora, più che uno stop quello del governo sembra un pit stop, una pausa strumentale e transitoria per evitare di ricevere una mazzata dagli italiani al referendum e pure alle amministrative. Ma… continua la lettura
A cura di Mario Agostinelli
Condivido l’analisi e l’allarme di cui si fa portavoce Asor Rosa ed anche il suo sgomento per la inammissibile riluttanza delle forze che dovrebbero difendere la Costituzione ad entrare in partita. La mia convinzione è che ci sono due appuntamenti strategici per mutare corso alla stagione politica: la vittoria di Pisapia a Milano e il successo pieno dei referendum. Berlusconi lo capisce a tal punto da giocare tutto il volume di fuoco di cui dispone sulle elezioni nella capitale lombarda e da oscurare e depotenziare… continua la lettura
Il Governo abroga il nucleare che aveva voluto, è un risultato del movimento antinucleare, mantenere la vigilanza fino al risultato certo.
Il Governo ha capito che al referendum sul nucleare del 12/13 giugno andava sotto. Dopo avere lungamente dimostrato incapacità di comprendere la gravità dell’incidente della centrale nucleare in Giappone il Governo ora ha presentato al Senato un emendamento al decreto legge sulla moratoria che cancella le normative precedenti sul nucleare.
Questo nuovo e opposto orientamento del Governo, che modifica radicalmente quelli precedenti, è un importante risultato del movimento referendario… continua la lettura
È bene riflettere sul comportamento dopo Fukushima del Governo italiano: semplicemente scomparso. Nessuna valutazione sulla gravità e le possibili conseguenze. Qualche esperto di regime, sempre meno loquace, che di sfuggita in Tv afferma che Chernobyl è stato ben peggio di Fukushima. Prestigiacomo e Romani che si appellano alla ragione, che... Leggi il resto >
Istituto interpreti e traduttori, Via Cavour 30, Varese
Dopo l’ultimo disastro causato dall’energia nucleare a Fukushima (Giappone), referendum contro il nucleare del prossimo 12 giugno, energie alternative… Perché le nostre vite devono valere più dei loro profitti
Relatori: Nadia De Mond, Coordinamento nazionale Sinistra Critica – Mario Agostinelli, Responsabile comitato per il referendum contro il nucleare.
Presenta: Stefano Ferrario SCARICA IL VOLANTINO (PDF, 94 Kb)… continua la lettura
Nucleare: siamo proprio sicuri? - Fukushima, Cernobyl,
Three Mile Island: l’illusione della sicurezza dell’atomo.
Sabato 16 aprile 2011 – ore 10.00-13.00
Sala Vitma – Acquario Civico – Viale G. Gadio, 2 – Milano
(MM2 linea verde Lanza)
In occasione del 25esimo anniversario del disastro di Cernobyl e in vista del referendum abrogativo sul nucleare che si terrà il prossimo giugno, Legambiente organizza un seminario per informare sulla chimera della sicurezza dell’energia dell’atomo. Sarà l’occasione per analizzare la tragedia giapponese della centrale… continua la lettura
E’ possibile ora ordinare bandiere del comitato Vota sì per fermare il nucleare. Nella scheda in allegato, che va compilata in tutti i suoi campi, trovate tutti i dati. E’ da rispedire a materiali@fermiamoilnucleare.it il prima possibile e massimo dopo 10 giorni arriveranno all’indirizzo da voi indicato. L’ordine partirà solamente con controprova di pagamento (ricevuta o CRO). A breve sul nuovo sito sarà possibile ordinare materiale (bandiere e altro) via paypal. Segreteria Organizzativa – Comitato VOTA SI per fermare il nucleare… continua la lettura
Intervista a Mario Agostinelli apparsa su Zero Emission Domenica 12 e lunedì 13 giugno sono date fondamentali per il futuro del nostro paese, da annotare bene in agenda. Perciò, si spera che all’invito di andare al mare gli italiani rispondano esercitando il proprio diritto ad esprimersi su questioni cruciali come la gestione dell’acqua e l’energia nucleare
Sì all’acqua pubblica, no al nucleare e al legittimo impedimento. Ecco, in sintesi, le questioni sulle quali sono chiamati ad esprimersi i cittadini italiani ai referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno. Tematiche… continua la lettura
Affollata assemblea martedì 5 aprile alla Fondazione Avvenire per la costituzione del Comitato comasco vota Sì per fermare il nucleare. Ad aderire all’iniziativa, nata su impulso del Comitato per 2 Sì al referendum per l’acqua bene comune e in sinergia con il Comitato lombardo vota Sì per fermare il nucleare, sono stati singoli cittadini e cittadine, esponenti dell’associazionismo, di movimenti di forze politiche e sindacali.
Nella riunione si è approvato lo statuto nel quale è indicato lo scopo di «realizzare attività informative e di promozione ed ogni altra azione a… continua la lettura
Da Il Fatto Quotidiano, 31 marzo 2011
Fukushima segna la fine del ciclo del nucleare civile. Il Giappone ha rappresentato nel mondo del dopoguerra l’eccellenza nell’uso consapevole della tecnologia; esibisce una tradizione secolare di potenza industriale; mantiene un’efficienza degli apparati statali che gli consente di resistere a una catastrofe altrove insostenibile e di ricostruire in quindici giorni tre quarti delle autostrade squarciate dal terremoto. Eppure l’incidente nucleare più grave mai avvenuto – e in ogni caso possibile, perché intrinseco al processo di fissione – esce di controllo e assume… continua la lettura Speciale referendum
MATERIALE INFORMATIVO
COMUNICATI STAMPA
VOLANTINI (facsimile)
LOGHI
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Cari amici, innanzi tutto, ringrazio di cuore per tutti i messaggi di solidarietà per gli eventi catastrofici che hanno colpito un quarto del Giappone. Ora, purtroppo, sono le centrali nucleari della Tepco a tenerci col fiato sospeso e a minacciare anche il resto del mondo.
E questo mi rende davvero furiosa: perché si tratta di un incidente causato dalla presunzione umana e dalla logica del profitto in primis, diverso dai fenomeni naturali inevitabili quali i terremoti e i maremoti; perché tra gli operatori del salvataggio, i contadini, gli abitanti della… continua la lettura
COMUNICATO STAMPA Martedì 5 aprile alle 20,30 in via Teresa Ciceri 12 a Como è convocata l’Assemblea di costituzione del Comitato comasco per il Sì al referendum contro il nucleare.
Giovedì 24 marzo, su impulso del Comitato per 2Sì per l’acqua bene comune, si è svolta una riunione con Mario Agostinelli del Comitato lombardo Energia Felice nella quale si è deciso di convocare una riunione di tutti coloro che sono disponibili a collaborare alla costituzione del Comitato comasco per il Sì al referendum contro il nucleare. L’appuntamento per la… continua la lettura
E’ nato il comitato in vista del referendum di giugno: venerdì 1 aprile il primo appuntamento organizzativo
Varese si mobilita contro il nucleare. E’ nato infatti il comitato referendario locale “Vota sì per fermare il nucleare”, promosso per ora da Acli, Arci, Comitato Energia Felice, Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Verdi Ambiente e Società, Uisp.
Per preparare la mobilitazione delle prossime settimane, in vista del referendum del 12/13 giugno, il comitato convoca una prima riunione organizzativa, aperta a tutti gli interessati, venerdì 1 aprile alle ore 21 presso la sede… continua la lettura
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Qui di seguito, qualche spunto per la riflessione e la discussione. Nonostante le rassicurazioni del premier nipponico, e gli sforzi eroici dei "superpompieri" coadiuvati dai tecnici americani per evitare la catastrofe, è ancora alta la probabilità che a Fukushisma - o in qualche altra centrale nucleare sbatacchiata dal sisma - accada una Chernobyl 2, vale a dire una fusione del nocciolo, che, secondo Masashi Goto, ex progettista di impianti atomici, darebbe vita ad "un vulcano che diffonde materiale radioattivo". La stampa, con la sua solita propensione allarmistica, non lesina oggi i titoli catastrofici ad effetto, "sparati" persino sulle prime pagine. Manca, naturalmente, una spiegazione ragionata del rischio atomico e delle sue cause effettive, al di là delle interviste agli esperti, spesso travisati, a cui si fa dire tutto e il contrario di tutto. Nel frattempo sarà opportuno ricordare quello che, anche su questa tragedia in corso, non apprendermo mai dai tipici programmi televisivi, il più delle volte esempi di superficialità urlata ad uso e consumo di "maggioranze" o "opposizioni" che si vorrebbero mantenere relegate al livello di tifoserie da stadio: 1- "Chernobyl era un reattore militare finalizzato alla produzione di plutonio military grade con caratteristiche specifiche per confezionare ordigni atomici, nucleali, bombe atomiche insomma!" - Questo "piccolo particolare" lo lasciamo menzionare all'ing. Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato italiano per il rilancio del Nucleare (CIRN), da cui traiamo la citazione. 2 - Il Giappone ha 55 centrali nucleari anche perchè è la più importante "potenza nucleare latente". E' il terzo produttore mondiale di energia nucleare (dopo USA e Francia) con un 30% del fabbisogno elettrico coperto dall'atomo "di pace", che però sostiene ambizioni militari. Ha impianti di arricchimento dell'uranio in proprio. Ma, con la scusa di voler aggirare la dipendenza da questo minerale di cui non ha disponibilità di miniere, ha lanciato da tempo un vasto programma per l'acquisizione di larghi quantitativi dell'altro combustibile nucleare cioé del Plutonio, che è anche il miglior "esplosivo" per le bombe nucleari. Ne avrebbe accumulato, nel corso degli anni, una trentina di tonnellate. A farla breve, in pochi mesi il Giappone potrebbe oggi in tre mesi dispiegare 4.000 testate atomiche. Anche questo "dettaglio" conviene farlo rivelare a Paul Wolfowitz, ex vicesegretario di Stato di George W. Bush (vedi "Sole 24 Ore" del 24 settembre 2009). 3- Nella stessa centrale di Fukushima uno dei tre reattori andava a MOX, miscela di ossidi di uranio e plutonio. Qui, se il reattore esplodesse, i guai per l'inquinamento sarebbero veramente grossi, ma proprio grossi, il fallout radioattivo contenendo plutonio... Per l'uso militare dei reattori giapponesi vedi il seguente rapporto: http://www.largeassociates.com/R3126-A1-%20final.pdf Buona lettura!
Il terremoto in Giappone conferma che le centrali nucleari sono un pericolo
Il terremoto in Giappone è stato disastroso e le sue conseguenze non sono ancora tutte note. Piena solidarietà al popolo giapponese. Il terremoto ha provocato seri danni agli impianti nucleari giapponesi, anche se per fortuna sono tutti collocati nel nord ovest del Giappone, cioè nel lato non direttamente esposto allo tsunami. La prima conseguenza è stata l’evacuzione di 2.000 abitanti delle zone vicine alla centrale che desta preoccupazioni. Non è da escludere che il Governo proclami una emergenza… continua la lettura
Da Il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2011
Da più parti viene biasimata la politica degli incentivialle energie rinnovabili, colpevoli – a sentire i critici meno disinteressati – non solo di pesare sulla bolletta dei consumatori, ma anche di aver favorito “grassi affari garantiti” a speculatori e malavita. Innanzitutto bisogna respingere l’idea che il fotovoltaico sia in mano a speculatori, multinazionali e mafiosi. In Italia i primi investitori nel settore sono state le famiglie, con impianti di piccola taglia, che hanno mobilitato risorse economiche ancorate territorialmente, dando anche… continua la lettura
E’ operativo il Comitato nazionale Vota Sì per fermare il nucleare, costituito da un vasto schieramento unitario di organizzazioni sociali, di diverso orientamento politico e culturale, oltre da che singoli cittadini che operano nei settori culturale, sociale ed economico. Tutti favorevoli al referendum come strumento… continua la lettura
Cari e care,
Alfonso Navarra ci ha comunicato il rientro da Palermo dove è stato degente per alcune settimane.
Pertanto la riunione del Comitato Energia Felice prevista per mercoledì 16 febbraio, è spostata per assicurare la sua presenza a
LUNEDI' 21 FEBBRAIO - ORE 18.00 - presso la sede di Via Borsieri, 12 a Milano.
Mario Agostinelli ha presenziato alla riunione di lunedì 14 febbraio del Comitato dei movimenti che affiancano il Comitato di Italia dei Valori per il referendum sul nucleare.
A conclusione della riunione si è deciso di convergere nella pratica con le attività del referendum sull'acqua anche se con attività separate.
Si è deciso di sviluppare le attività territoriali da subito.
Si è concordato con il Comitato di Italia dei Valori di svolgere un'attività indipendente ma complementare e su loro richiesta il nostro Comitato nazionale si occuperò di sviluppare gli aspetti di formazione e di comunicazione.
Di comune interesse, si è deciso di convocare un'assemblea nazionale per il referendum sul nucleare il 12 marzo a Roma e di mettere in cantiere alcune manifestazioni in alcuni luoghi significativi come Caorso, Viadana, Montalto, Scanzano Jonico, ecc.
Per questo motivo il Comitato di Italia dei Valori sosterrà finanziariamente queste attività del Comitato.
La presidenza del Comitato "Sì alle rinnovabili, No al nucelare" ha confermato l'incarico di formazione affidato a Mario Agostinelli e gli ha affidato il compito di occuparsi della stessa anche in prospettiva del referendum.
Alla luce di queste indicazioni e dopo l'incontro che si svolgerà venerdì con le altre associazioni ambientaliste della Lombardia per organizzare il Comitato Lombardo per il Sì al referendum,
discuteremo come collocare Energia Felice in maniera attiva e "creativa" nella campagna referendaria che si sta aprendo.
Vi invitiamo dunque numerosi lunedì prossimo alla riunione di Energia Felice per trattare questi e altri temi.
Cordiali saluti e buona settimana a ciascuno e ciascuna.
SULLA MANIFESTAZIONE DEL 5
A CREMONA
Il giorno 2 febbraio si costituirà il Comitato Nazionale per il SÌ al referendum antinucleare: la trasformazione in questa direzione sia del comitato “SÌ alle rinnovabili NO nucleare” sia di “Energia Felice” è scontata. Le caratteristiche di pluralismo e di unitarietà che ci siamo dati, oltre alla caratterizzazione di raccordo tra associazioni, movimenti, forze sindacali e politiche, saranno preservate, anche sulla base dell’esperienza positiva svolta finora. Proprio per evitare dispersioni di forze e per favorire una convergenza rapida verso un linguaggio comune, oltre ad un’organizzazione sinergica, abbiamo chiarito che, sulla scorta dell’esperienza dell’acqua, la convocazione di un Forum dei movimenti di base previsto a Cremona per il 5 febbraio non dovesse in alcun modo porsi come eccentrico all’avvio dell’unico Comitato nazionale. A tal fine, dopo una rapida consultazione, abbiamo inviato una nota agli organizzatori del Forum.
Così l’iniziativa del 5 a Cremona può essere l’occasione di una prima sferzata in direzione della mobilitazione per il referendum. La partecipazione diventerà anche la conferma di un buon lavoro svolto fin qui solo se lo spirito che è riportato sopra sarà confermato e se i tentativi di “mettere il cappello” saranno scartati dalla maturità di tutti i comportamenti e scoraggiati dalla volontà vincente di costruire un fronte rigoroso, netto, ma unitario, che aggreghi e mobiliti masse e non nicchie nella battaglia su “acqua e energia”. Dopo la settimana il 5 febbraio, Energia Felice convocherà una propria assemblea larga per definire, con altrettanta partecipazione di quanta è cresciuta nel periodo di raccolta firme, la “road map” di preparazione della campagna referendaria. Vi proponiamo la terza settimana di febbraio, quando un quadro nazionale – compresi i rapporti tra il comitato IDV che si è presentato in Cassazione e il comitato delle associazioni e dei movimenti in cui confluiremo nazionalmente – si sarà meglio precisato. Il sito www.energiafelice.it e questa mailing list continueranno ad aggiornarvi in tempo reale.
Dal 6 al 12 febbraio si svolgerà il Forum Sociale Mondiale di Dakar (Senegal) al quale alcuni di noi partecipano e da cui avremo ulteriori stimoli nella nostra battaglia contro il nucleare e per i beni comuni. Un abbraccio Mario Agostinelli e Alfonso Navarra (a riposo a Palermo per una rapida ripresa)
Il Coordinamento Energia Felice aderisce alla manifestazione dei Metalmeccanici prevista per questo venerdì 28 gennaio 2011 (ore 9.30, Porta Venezia). Di seguito il comunicato ufficiale.
“UNITI CE LA POSSIAMO FARE”
Abbiamo convocato lo sciopero generale dei metalmeccanici per il 28 gennaio; è una tappa fondamentale per la riconquista del Contratto Nazionale e la salvaguardia dei diritti nei luoghi di lavoro. La scelta compiuta dalla Fiat alle Carrozzerie di Mirafiori e a Pomigliano D’Arco è un atto antisindacale, autoritario e antidemocratico senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali… continua la lettura
Da Il Fatto Quotidiano, 26 gennaio 2011
L’anno che si è appena chiuso si era aperto con l’annuncio della nomina dei vertici dell’Agenzia per il nucleare (“entro il mese di gennaio”, v. Staffetta Quotidiana 5 gennaio 2010). Sarebbero poi seguite le delibere CIPE riguardanti le tecnologie da adottare e la formazione dei consorzi per la costruzione dei reattori; delibere che avrebbero permesso di affrontare il tema delle localizzazioni, sulle quali sarebbe seguito “un ampio confronto con le regioni e i territori”. Un anno dopo, i passi… continua la lettura
Rinnovabile significa lavoro ma in Italia ancora troppi ‘no’ Articolo di Antonio Cianciullo (La Repubblica.it, 24 gennaio 2011) Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, lancia l’Associazione Bruno Trentin. E affronta le questioni che legano occupazione e green economy, il nucleare che rischia di rallentare la corsa del Paese, e l’opportunità rappresentata dalle nuove fonti di energia. “Ma l’Italia è dominata da una logica che blocca l’innovazione e il futuro”
I POSTI di lavoro assicurati dalla green economy? Tra qualche anno in Germania supereranno quelli nel settore automobilistico. Il ritorno al… continua la lettura
Archiviato in Nucleare, Politiche, Video - 24/01/2011 - Nessun commento
L’inchiesta di Maurizio Torrealta, andata in onda su RaiNews24.
Il libro di Roberto Rossi pubblica la notizia che le regioni scelte per stoccare le scorie ad alto livello di radioattività saranno 5: Basilicata, Puglia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Ne discutono in studio Roberto Rossi, Luca Iezzi giornalista di Repubblica, il Generale Carlo Jean, Giuseppe Onufrio di Greenpeace e il Governatore della Basilicata Vito De Filippo... continua la lettura
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NUOVO SPOT DI GREENPEACE CONTRO IL NUCLEARE: ”IL PROBLEMA SENZA LA SOLUZIONE”
ROMA, 19 gennaio 2011 – Greenpeace lancia una nuova campagna di comunicazione per informare i cittadini sui pericoli e sulle implicazioni ambientali, sociali ed economiche che la scelta del governo di puntare sull’energia nucleare comporterebbe. Una campagna che, senza rinunciare a un tocco di ironia, ha il chiaro intento di far conoscere particolari noti agli addetti ai lavori ma sconosciuti ai più. “Energia Nucleare. Il problema senza la soluzione” è il claim che ne riassume lo spirito. continua la lettura
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Incontro nazionale il 22 gennaio, convocato dal Comitato promotore della legge di iniziativa popolare.
Il comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” ha convocato per sabato 22 gennaio un incontro nazionale di tutti coloro hanno contribuito alla raccolta delle oltre 110.000 firme.
L’incontro si svolgerà presso la sala della Pace della Provincia di Roma (g.c.) con inizio alle ore 10, sarà preceduto da alcuni brevi interventi introduttivi di cui daremo notizia successivamente, e, nella seconda parte dei lavori, proseguirà con un confronto con le forze politiche, con inizio alle ore 13. Prevediamo di concludere verso le 14.30.
Avvertenza: Ricordiamo che c’è una limitata disponibilità finanziaria per il rimborso, al 50%, dei viaggi dei partecipanti da fuori Roma e che per essere certi di usufruirne occorre prenotarsi con anticipo inviando una mail, per evitare che l’esaurimento del fondo renda impossibile il rimborso.
Nota: Cogliendo l’occasione di questa iniziativa è convocata anche l’Assemblea dell’Associazione “Si alle energie rinnovabili No al nucleare” per alcuni adempimenti statutari, in prima convocazione alle ore 10 e in seconda convocazione alle ore 14.30. Al termine dell’Assemblea si riunirà il Comitato direttivo.
Avranno diritto di voto gli associati in regola con le quote sociali, il cui versamento è già stato richiesto. Il versamento può essere effettuato sul conto corrente intestato all’Associazione il cui IBAN è: IT 33 I 0103 0032 0032 00000009696 239 oppure il 22 all’Amministratore durante l’Assemblea.
Alfiero Grandi
Presidente Comitato
SI alle energie rinnovabili NO al nucleare
Lo svolgimento del referendumsulle centrali nucleari è l’occasione per riconsegnare sovranità ai cittadini su una politica energetica nazionale requisita dalle lobbies e preclusa agli orizzonti della sostenibilità e della democrazia. Una consultazione popolare evoca partecipazione, impossibile se non c’è rigore nell’informazione, se non si dà spazio al pluralismo di opinioni e se le opzioni contrapposte non sono chiaramente leggibili. Questo richiede di capire che le scelte in discussione, comprese le alternative, devono reggere ad un esame di ragionevolezza… continua la lettura
Articolo di Alfiero Grandi (Il Manifesto, 14 gennaio)
La Corte Costituzionale ha ammesso 4 referendum tra cui il nucleare. Quindi in primavera si voterà per Comuni importanti e per i referendum abrogativi. Ora il primo obiettivo è realizzare il quorum. Infatti da molto tempo i referendum abrogativi sono falliti perché non è stata raggiunta la metà più uno degli aventi diritto al voto. Il referendum promosso dal Comitato per l’acqua pubblica ha una buona base di partenza, ha avuto consensi importanti e trasversali e tuttavia il salto di… continua la lettura
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Coordinamento Lombardo Energia Felice
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Nell’allegare la dichiarazione di Alfiero Grandi a nome del comitato nazionale che ha raccolto 110.000 firme per la legge di iniziativa popolare sulle energie rinnovabili, anticipiamo la necessità di operare il cambio di passo verso l’appuntamento referendario anche per il nostro Comitato Lombardo Energia Felice. Presto comunicheremo la data di convocazione di una riunione allargata per strutturare la nostra presenza nella campagna che si apre. Intanto invitiamo tutti quelli che si sono attivati per la raccolta firme nei territori a partecipare alla riunione nazionale del 22 gennaio 2011. Mario Agostinelli… continua la lettura
Incontro nazionale il 22 gennaio, convocato dal Comitato promotore della legge di iniziativa popolare.
Il comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” ha convocato per sabato 22 gennaio un incontro nazionale di tutti coloro hanno contribuito alla raccolta delle oltre 110.000 firme.
L’incontro si svolgerà presso la sala della Pace della Provincia di Roma (g.c.) con inizio alle ore 10, sarà preceduto da alcuni brevi interventi introduttivi di cui daremo notizia successivamente, e, nella seconda parte dei lavori,… continua la lettura
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Coordinamento Lombardo Energia Felice
via Borsieri, 12 - 20159 Milano info@energiafelice.it
In questi giorni sugli schermi televisivi appare una partita a scacchi. Primissimo piano sulla scacchiera e sulle mani che muovono i pezzi. I due interlocutori accompagnano ogni mossa con una affermazione. Dice uno dei giocatori: “Sono contrario all’energia nucleare perché mi preoccupo dei miei figli”. Talmente generico che appare quasi come un pre-giudizio. Facile la replica del secondo scacchista che, afferrando il cavallo, afferma: “Io sono favorevole: anche loro avranno bisogno di energia e tra 50 anni non potranno più contare solo sui combustibili fossili”. Possiamo forse negare che il petrolio è in via di esaurimento? Commovente: si prodigano per il futuro dei nostri figli.
Naturalmente gli spot televisivi sorvolano sui problemi della sicurezza e minimizzano il non risolto problema dello smaltimento definitivo delle scorie, oppure non citano costi effettivi e non fanno confronti sull’occupazione. Questa partita a scacchi in verità è condotta – e qui sta la furbata, ma anche la debolezza dell’artificio – da un giocatore solo, che tiene alla larga le opinioni che i cittadini si possono fare attraverso il confronto e le testimonianze che possono dare, magari con 100.000 firme date una per una proposta di legge sulle energie rinnovabili. A noi questa mirabolante partita, costata milioni di euro provenienti anche dalle tasche degli italiani, ricorda le lugubri mosse della Morte di fronte al Cavaliere nel Settimo Sigillo dell’indimenticabile Ingmar Bergman.
Quando ci si fa gli auguri si riflette su di noi, soprattutto dal lato della speranza. Sono così forti le delusioni dell'anno che si conclude da risultare arduo scegliere un auspicio particolare per il nuovo. Io provo a pensare con voi che l'energia che preleviamo per vivere, consumare, produrre, non sia più in conflitto con la natura, la pace, l'armonia di un mondo che rischiamo di non consegnare a figli e nipoti.
Per questo mi piace ricordare che abbiamo consegnato a pochi giorni da Natale centomila firme per chiudere con l'atomo e investire nel sole. E che nell'anno futuro potremmo, come nel caso già sperimentato dell'acqua pubblica, mettere in discussione dal basso le lobbies che vorrebbero che le nostre coscienze fossero sul mercato quanto i beni comuni acqua, fuoco,terra, aria e lavoro. Unisco alla foto della consegna dei moduli alla Camera un link http://www.youtube.com/watch?v=EB4fRgqBwGI per una brevissima sequela di immagini con cui vi abbraccio. Mario Agostinelli
e-mail: agostinelli.mario@gmail.com tel/fax: +390331866746 blog: www.marioagostinelli.it
I coordinatori - firmatari della LIP per le rinnovabili
MARIO AGOSTINELLI - cell. 3351401703 email agostinelli.mario@gmail.com
ALFONSO NAVARRA - cell. 3400-878893 email alfonsonavarra@virgilio.it
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IL NUCLEARE E’ UN IMBROGLIO
LAVORIAMO CON L’ALTERNATIVA
DELLE RINNOVABILI:
FIRMA LA LEGGE
DI INIZIATIVA POPOLARE
Il 7 giugno 2010 è stata depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo: “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. 50.000 firme valide di cittadini (almeno), da raccogliere entro il Natale 2010, dovranno stimolare il Parlamento a discutere linee di politica energetica compatibili con le direttive e gli standard europei e capaci di indicare un’alternativa ai piani atomici, che non sono assolutamente una risposta.
La lobby dell’atomo ci riprova:
10 centrali entro il 2025-2030
Il nostro territorio dovrebbe essere riempito di centrali nucleari, a 25 anni dai referendum del 1987, in cui il popolo italiano le bocciò a grande maggioranza.
Ne sono previste una decina, inclusi i quattro reattori EPR dell’accordo tra ENEL ed EDF, per complessivi 13.000 megawatt di potenza, dal costo realistico di 30 miliardi di euro - gli impianti francesi di terza generazione – e di almeno altrettanti prevedibili 30 per i restanti impianti di altra filiera (ad es. gli americani AP1000). L’energia elettronucleare dovrebbe andare a coprire il 25% del fabbisogno elettrico del nostro Paese (ma solo una quota marginale, il 4,5%, dell’energia primaria). La prima pietra verrà posata nel luglio 2013 (e la prima centrale dovrebbe essere pronta per fine 2020) concretizzando così quel “rinascimento nucleare” che dovrebbe assicurarci energia illimitata ed a basso costo, pulita e sicura, in grado di” proiettarci tra le nazioni tecnologicamente più avanzate e di liberarci dalla dipendenza dal petrolio e dalle altre fonti fossili”.
A parte ogni altra considerazione, un fatto dovrebbe metterci in allarme rispetto all’”imbroglio” contenuto in questi discorsi: il nostro premier, senza alcuna remora ed infingimento, ha dichiarato (aprile 2009), da Parigi e da Mosca, che bisognerà mobilitare le TV per “aggiustare” l’opinione popolare.
Le verità che la propaganda non riuscirà a oscurare
Il problema della tecnologia atomica nelle sue applicazioni odierne è estremamente complesso, ma la gran parte di noi, con una capacità critica e la semplice informazione di uno studente liceale, ha però competenza, conoscenze e memoria sufficienti per prestare attenzione ad alcuni semplici, evidenti, dati di fatto e di considerarli poi, senza sforzarsi più di tanto, assodati:
1- LE SCORIE DEL CICLO ATOMICO
COSTITUISCONO UN ATTENTATO ALLA SOPRAVVIVENZA DELLA BIOSFERA.
Il problema delle scorie radioattive è ben lungi dall’essere risolto e attualmente non riusciamo ad andare oltre una precaria e temporanea messa in sicurezza parziale; neanche gli USA si raccapezzano sul dove stiparle tant’è che il presidente Obama, dopo che sono stati spesi 8 miliardi di dollari sugli 80 previsti, ha appena chiuso il progetto di Yucca Mountain, sito nel deserto del Nevada che avrebbe dovuto ospitare 77.000 tonnellate del materiale più tossico e letale che c’è. Qualsiasi studente di liceo – fa parte dei programmi scolastici! - sa che un elemento come il Plutonio, che dimezza la sua carica in circa 25.000 anni, resta pericoloso per 200.000 anni. Meno noto è invece il fatto che 1 solo grammo di plutonio può provocare 18 milioni di tumori al polmone…(Lo sa Veronesi?)
2- UN'ANALISI COSTI-BENEFICI
NON HA ALCUN SENSO
A proposito di costi, qualsiasi massaia può benissimo rendersi conto che dover sorvegliare “materiale fissile” pericolosissimo per decine di migliaia di anni (a Washington si è appena tenuto – aprile 2010 - un vertice che ha lanciato l’allarme sui tentativi di furto da parte di Al Qaeda e simili) comporta uno sforzo economico che non rientra nella categoria del ragionevole. Proviamo, per assurdo, ad affidare l’incombenza ad un sola squadra di tre “cocopro” (divisi in tre turni di 8 ore nell’arco della giornata e pagati 2 euro all’ora) ed alla sua discendenza ingaggiati appunto per 200.000 anni ed a fare il calcolo paradossale di quanto dovremmo sborsare!
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3 – IL NUCLEARE CIVILE E’
UN SOTTOPRODOTTO DI QUELLO MILITARE
Il nucleare “civile” è ambitissimo perché è parente strettissimo di quello “di guerra”: un giorno sì e l’altro pure le vicende iraniane ci spiattellano davanti questa verità. L’uranio arricchito con cui fai le barre di combustibile, concentrato ancora un po’ (con l’isotopo U235) diventa l’esplosivo per la bomba atomica. “Bruci” questo uranio nella reazione controllata e dalle scorie del processo “ritrattate” ci ricavi il Plutonio che il materiale più adatto nelle testate nucleari…
4- TUTTI
I PRESUNTI VANTAGGI
DEL NUCLEARE
SONO CONTESTABILI
Non siamo, insomma, disposti a delegare la decisione ad “esperti” spesso interessati economicamente; né, a maggior ragione, a credere acriticamente alle loro facili promesse. Non fosse altro perché il problema dell’energia riguarda i nostri comportamenti di consumo: noi stessi siamo il problema e noi dobbiamo por mano alla soluzione!
Possiamo benissimo allora, dopo adeguata informazione e semplici riflessioni e verifiche, rigettare miraggi tipo le bollette “al miele” (40% in meno come la Francia? pagheremmo comunque tasse salate, come succede in qualsiasi “Stato atomico”), o gli “sceicchi del petrolio che gabberemmo” (forse che l’uranio, comunque scarsissimo, non lo dobbiamo importare lo stesso?) o il mondo “salvato” dalle emissioni di CO2 (a prescindere da tutto, come si fa a rispettare la scadenza europea di riduzioni emissive entro il 2020 con le centrali che sarebbero ancora in costruzione e pronte solo nel 2030?), o la sicurezza “garantita al 100%” (un film visto troppe volte, BP nel Golfo del Messico è solo l’ultimo caso di clamorosa smentita…).
L’ALTERNATIVA AI DISPERATI AZZARDI AUTODISTRUTTIVI E’ A PORTATA DI MANO.
La vera energia pulita, per il presente e per il futuro, è una combinazione di risparmio e di fonti rinnovabili
(sole, vento, geotermia, ecc.)
Si tratta di un rimedio concretissimo che compete alla nostra responsabilità diretta, non monopolizzabile da pochi, grandi centri di potere, ma alla portata di tutti.
Una soluzione di gran lunga più pulita ed economica (se facciamo conti non truccati), che non pregiudica l’avvenire dei nostri figli e degli ecosistemi. 60 miliardi investiti nelle rinnovabili al posto del nucleare creerebbero almeno 300.000 posti di lavoro (molti, benedetti e subito) di indiscutibile utilità sociale, dato che un investimento della stessa entità produce 15 posti nelle rinnovabili ed uno solo nel nucleare!
Vivremmo e lavoreremmo, seguendo una logica realmente a misura delle persone, in una realtà sociale operosa, tranquilla, non militarizzata, rispettosa dei beni comuni e dei diritti umani universali.
E’ la soluzione che vi invitiamo a sostenere:
firmate e fate firmare la Legge di Iniziativa Popolare che vi viene proposta ai banchetti organizzati dal nostro Comitato di ecologisti “storici” e
di associazioni impegnate per il diritto alla giustizia, all’ambiente ed alla pace.
Berlusconi e Scajola, Confindustria e ENEL, Veronesi e Chicco Testa vorrebbero convincere il popolo cui apparteniamo del “Rinascimento nucleare” snobbato da tutti, ma, secondo loro, necessario all’Italia. Non sappiamo se dopodomani questo governo ci sarà ancora, ma con la spinta all’atomo dovremo farci i conti, perché l’opzione del nucleare civile ha origine anche nel gioco internazionale della potenza, che ci coinvolge nelle missioni militari all’estero, sulle rotte delle risorse energetiche del pianeta. Il monopolio mediatico di chi vuole convincere la gente comune è all’opera per un piano di centrali addirittura di 13000 Megawatt, a partire dai quattro reattori EPR da 1600 Megawatt ciascuno, concordati con la Francia per un costo complessivo preventivato di 20 miliardi, di fatto di oltre 30 miliardi di euro. Insistono perché fanno parte di un passato e di un sistema di potere che vorrebbero continuare ad imporci, proprio quando siamo in presenza di alternative praticabili. Si tratta della riduzione dei consumi, dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, sostenute e favorite da soluzioni scientifiche d’avanguardia, dalla realizzazione di filiere industriali che offrono buona occupazione in un periodo di crisi e dalla diffusione di esperienze locali che valorizzano il territorio, consumano meno natura e non lasciano scorie ineliminabili per le future generazioni (e da tenere sotto un controllo militarizzato nell’immediato). In fondo, il potere che rilancia il sistema centralizzato dei grandi impianti come i reattori atomici e persegue un controllo militare della società, vuole assicurare il comando e il controllo dell'economia nelle mani di pochi e contrastare l’idea di democrazia e partecipazione necessaria a costruire il nostro futuro. Un futuro in indispensabile discontinuità con il sistema della potenza e del profitto che minaccia la sopravvivenza della vita sul pianeta e con la globalizzazione di un’economia dissipativa a spese dell’ambiente naturale e dell’uguaglianza sociale. Noi non solo rifiutiamo il nucleare come tecnologia pericolosa e distruttiva, in cui gli aspetti civili sono difficilmente distinguibili da quelli militari, ma perseguiamo stili di vita sobri e improntati alla convivialità, la sufficienza e la riduzione dei consumi non necessari, un sistema di autogoverno del territorio indispensabile per risolvere la crisi ambientale. Mettiamo al centro vita, giustizia sociale, relazioni comunitarie e virtuose con la natura, valorizzazione dell’interculturalità e della creatività, sovranità popolare.
Per questo abbiamo presentato una proposta di legge di iniziativa popolare a sostegno del risparmio energetico e della diffusione delle rinnovabili, che vi invitiamo a prendere in considerazione ed a sostenere sottoscrivendola e proponendola alla firma dei cittadini.
Il nucleare è costoso e mostruoso, genera pochissimi posti di lavoro rispetto alle rinnovabili, accentra denaro, potere e rischi, presenta oscure implicazioni militari, lasciando una ipoteca enorme alle generazioni future. Opporsi al nucleare significa ripensare e ripensarci, rompere il quadro statico che vorrebbero imporci per rispondere alla crisi con le stesse ricette che l’hanno provocata.
Ripensare il nostro stile di vita e di consumo perché il pianeta e' unico e condiviso e l'energia è questione sociale, dato che nel sistema in vigore si bruciano risorse di tutti, si inquina l'aria che tutti respiriamo e si consuma suolo di madre terra. Non lasciare scorie pericolose è necessario alla sopravvivenza dei nostri figli e nipoti ed alla tranquillità del presente. Non sprecare è intelligente. Costruire case autosufficienti e' intelligente. Ridurre i consumi e' lungimirante e non segno di miseria. Costruire una società in cui la generazione di energia e' distribuita e non esistono centri di potere che "comandano" i flussi di energia equivale a corresponsabilizzare le comunità territoriali e a promuovere da subito centinaia di migliaia di posti di lavoro di indubbia utilità sociale. Inoltre, l’energia di fonte naturale necessaria può essere integrata con gli altri beni comuni come il cibo, la terra e l’acqua. Con le fonti naturali rinnovabili tutto ciò è possibile.
Antinucleari, allora, ma, contemporaneamente, in lotta per un modello alternativo da costruire insieme, fondato sul passaggio dalle fonti fossili e nucleari alle rinnovabili per una società di pace.
Noi del Collegamento lombardo “Energia Felice” siamo convinti che, sull’impostazione di contenuto e di metodo sopra sommariamente tratteggiata, possano ritrovarsi anche le altre realtà e reti di opposizione al nucleare che si stanno costruendo e costituendo: possiamo e dobbiamo collegare le organizzazioni con base sindacale, impegnate nella conversione “verde” dell’apparato industriale nel momento stesso in cui difendono posti e condizioni di lavoro, con i comitati territoriali che prevedono una combinazione di azione diretta e di iniziative legali, con – ancora – i gruppi impegnati sul terreno del consumo critico o della contestazione pacifista delle spese e delle strutture belliche.
Il Forum dell’acqua pubblica può farci da modello con la sua campagna referendaria unitaria, capace di mettere insieme nell’operatività reti ed organizzazioni sì distinte, ma ad un tempo assolutamente convinte che ricercare punti di convergenza ed incrociare i percorsi costituisca una condizione imprescindibile per contare tutti di più e portare a casa risultati che vanno in direzione delle nostre speranze di alternativa.
Di qui la nostra proposta:
No al nucleare, si alle rinnovabili:
incontriamoci e colleghiamoci per mettere insieme le forze
LE FONTI DI ENERGIE RINNOVABILI E ALTERNATIVE: UNA OCCASIONE DA NON PERDERE. “UN PATTO PER LO SVILUPPO ECONOMICO.”
Si sostiene che il nucleare sarà indispensabile per coprire il nostro fabbisogno energetico nel prossimo futuro, perché il petrolio sta finendo e il carbone inquina troppo. Allora una domanda viene posta sempre con più insistenza: come fare ad ottenere tutta l’energia di cui abbiamo bisogno?
Una risposta subito scaturisce: ma è proprio necessaria tutta l’energia che siamo abituati a consumare? Oppure prima di pensare a costruire nuove centrali, dovremmo imparare a ridurre i nostri consumi energetici?
Risparmiare energia non vuol certo dire tornare al lume di candela, né peggiorare la nostra vita. Anzi, è vero il contrario: la tecnologia ci può aiutare nella lotta agli sprechi e il nostro stile di vita ha tutto da guadagnare se impariamo a preferire la qualità alla quantità.
La politica ci mette di fronte a posizioni contrastanti, rilanciare il nucleare e limitare gli incentivi alle energie rinnovabili. Noi siamo per una scelta per lo sviluppo delle fonti di energie alternative perché sono quelle fonti che si rigenerano almeno alla stessa velocità con cui si utilizzano, il che significa che sono potenzialmente infinite e hanno un impatto ambientale drasticamente ridotto rispetto alle fonti fossili (petrolio, carbone, metano) che tutti conosciamo. Questo subito non tra dieci anni.
Si crea più occupazione sia come nascita e trasformazione di imprese anche a conduzione familiari, sia come in termini assoluti di posti di lavoro. Subito e non tra dieci anni.
Senza nemmeno entrare la storica questione: che fine faranno le scorie nucleari.
Sono la speranza per il nostro futuro energetico perché potenzialmente possono fornirci tutta l’energia necessaria, con bassissime emissioni, liberandoci dai legami con i paesi produttori di petrolio e aiutandoci a rimanere negli accordi sottoscritti per il contenimento emissione di CO2.
A causa della pesante crisi economica degli ultimi tempi il numero delle persone in cerca di occupazione in Italia è fortemente in crescita, creare nuovi posti di lavoro è più che mai urgente. La strategia energetica può dare un contributo anche a questo problema. Valutare le fonti di energia anche in base ai posti di lavoro che possono creare diviene pertanto un aspetto non secondario.
Relativamente al nucleare Enel ha dichiarato che ognuno dei quattro cantieri previsti per costruire i reattori impiegherà 2.500 persone per cinque anni e in seguito in ogni centrale lavoreranno 500 persone, ovvero 2 mila nuovi posti di lavoro dal 2020 in avanti, se tutto andrà bene.
Le rinnovabili sono da meno? No. Ad esempio l’università Bocconi di Milano stima che le politiche energetiche del pacchetto europeo Clima – Energia, entro il 2020 potranno garantire investimenti per 100 miliardi di euro e creare 250 mila posti di lavoro nel 2020.
Relativamente al solo settore del fotovoltaico si stima 90 mila posti di lavoro nel 2020. L’Istituto per la competitività (I-com) il 17 novembre 2009 ha presentato uno studio dettagliato da cui emerge che, a seconda della capacità delle Imprese italiane, non solo di installare ma di entrare nel mercato delle cellule fotovoltaiche, il settore potrebbe creare, da un minimo di 25 mila fino a 210 mila posti di lavoro.
E’ necessario recuperare il ritardo con cui l'Italia ha iniziato a sviluppare, soprattutto in concomitanza con la crisi, le principali fonti rinnovabili. L'industria nazionale è in posizione di svantaggio rispetto agli altri più importanti paesi europei che hanno adottato da tempo le nuove tecnologie produttive. A causa di ciò, attualmente una quota consistente dei componenti dei nuovi impianti sono importati, con l'effetto di ridurre la capacità dei nuovi investimenti di attivare la produzione nazionale.
La riduzione della dipendenza dalle importazioni richiede un riposizionamento competitivo della industria nazionale da sostenere con un orientamento deciso e permanente della politica energetica pubblica a favore della ricerca e della innovazione tecnologica. Rilanciando il nucleare tutto questo viene vanificato.
Su questa base è necessario creare una sinergia di forze capace di condizionare le scelte politiche e imporre un percorso virtuoso per uno sviluppo che punta sulle fonti rinnovabili anche come opportunità occupazionale.
IL NUCLEARE E’ UN IMBROGLIO LAVORIAMO CON L’ALTERNATIVA DELLE RINNOVABILI: FIRMA LA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
Il 7 giugno 2010 è stata depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo: “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. 50.000 firme valide di cittadini (almeno), da raccogliere entro il Natale 2010, dovranno stimolare il Parlamento a discutere linee di politica energetica compatibili con le direttive e gli standard europei e capaci di indicare un’alternativa ai piani atomici, che non sono assolutamente una risposta.
La lobby dell’atomo ci riprova: 10 centrali entro il 2025-2030
Il nostro territorio dovrebbe essere riempito di centrali nucleari, a 25 anni dai referendum del 1987, in cui il popolo italiano le bocciò a grande maggioranza.
Ne sono previste una decina, inclusi i quattro reattori EPR dell’accordo tra ENEL ed EDF, per complessivi 13.000 megawatt di potenza, dal costo realistico di 30 miliardi di euro - gli impianti francesi di terza generazione – e di almeno altrettanti prevedibili 30 per i restanti impianti di altra filiera (ad es. gli americani AP1000). L’energia elettronucleare dovrebbe andare a coprire il 25% del fabbisogno elettrico del nostro Paese (ma solo una quota marginale, il 4,5%, dell’energia primaria). La prima pietra verrà posata nel luglio 2013 (e la prima centrale dovrebbe essere pronta per fine 2020) concretizzando così quel “rinascimento nucleare” che dovrebbe assicurarci energia illimitata ed a basso costo, pulita e sicura, in grado di” proiettarci tra le nazioni tecnologicamente più avanzate e di liberarci dalla dipendenza dal petrolio e dalle altre fonti fossili”.
A parte ogni altra considerazione, un fatto dovrebbe metterci in allarme rispetto all’”imbroglio” contenuto in questi discorsi: il nostro premier, senza alcuna remora ed infingimento, ha dichiarato (aprile 2009), da Parigi e da Mosca, che bisognerà mobilitare le TV per “aggiustare” l’opinione popolare.
Le verità che la propaganda non riuscirà a oscurare
Il problema della tecnologia atomica nelle sue applicazioni odierne è estremamente complesso, ma la gran parte di noi, con una capacità critica e la semplice informazione di uno studente liceale, ha però competenza, conoscenze e memoria sufficienti per prestare attenzione ad alcuni semplici, evidenti, dati di fatto e di considerarli poi, senza sforzarsi più di tanto, assodati:
1- LE SCORIE DEL CICLO ATOMICO
COSTITUISCONO UN ATTENTATO ALLA SOPRAVVIVENZA DELLA BIOSFERA.
Il problema delle scorie radioattive è ben lungi dall’essere risolto e attualmente non riusciamo ad andare oltre una precaria e temporanea messa in sicurezza parziale; neanche gli USA si raccapezzano sul dove stiparle tant’è che il presidente Obama, dopo che sono stati spesi 8 miliardi di dollari sugli 80 previsti, ha appena chiuso il progetto di Yucca Mountain, sito nel deserto del Nevada che avrebbe dovuto ospitare 77.000 tonnellate del materiale più tossico e letale che c’è. Qualsiasi studente di liceo – fa parte dei programmi scolastici! - sa che un elemento come il Plutonio, che dimezza la sua carica in circa 25.000 anni, resta pericoloso per 200.000 anni. Meno noto è invece il fatto che 1 solo grammo di plutonio può provocare 18 milioni di tumori al polmone…(Lo sa Veronesi?)
2- UNA ANALISI COSTI-BENEFICI NON HA ALCUN SENSO
A proposito di costi, qualsiasi massaia può benissimo rendersi conto che dover sorvegliare “materiale fissile” pericolosissimo per decine di migliaia di anni (a Washington si è appena tenuto – aprile 2010 - un vertice che ha lanciato l’allarme sui tentativi di furto da parte di Al Qaeda e simili) comporta uno sforzo economico che non rientra nella categoria del ragionevole. Proviamo, per assurdo, ad affidare l’incombenza ad un sola squadra di tre “cocopro” (divisi in tre turni di 8 ore nell’arco della giornata e pagati 2 euro all’ora) ed alla sua discendenza ingaggiati appunto per 200.000 anni ed a fare il calcolo paradossale di quanto dovremmo sborsare!
3 – IL NUCLEARE CIVILE E’ UN SOTTOPRODOTTO DI QUELLO MILITARE
Il nucleare “civile” è ambitissimo perché è parente strettissimo di quello “di guerra”: un giorno sì e l’altro pure le vicende iraniane ci spiattellano davanti questa verità. L’uranio arricchito con cui fai le barre di combustibile, concentrato ancora un po’ (con l’isotopo U235) diventa l’esplosivo per la bomba atomica. “Bruci” questo uranio nella reazione controllata e dalle scorie del processo “ritrattate” ci ricavi il Plutonio che il materiale più adatto nelle testate nucleari…
4- TUTTI I PRESUNTI VANTAGGI DEL NUCLEARE SONO CONTESTABILI
Non siamo, insomma, disposti a delegare la decisione ad “esperti” spesso interessati economicamente; né, a maggior ragione, a credere acriticamente alle loro facili promesse. Non fosse altro perché il problema dell’energia riguarda i nostri comportamenti di consumo: noi stessi siamo il problema e noi dobbiamo por mano alla soluzione!
Possiamo benissimo allora, dopo adeguata informazione e semplici riflessioni e verifiche, rigettare miraggi tipo le bollette “al miele” (40% in meno come la Francia? pagheremmo comunque tasse salate, come succede in qualsiasi “Stato atomico”), o gli “sceicchi del petrolio che gabberemmo” (forse che l’uranio, comunque scarsissimo, non lo dobbiamo importare lo stesso?) o il mondo “salvato” dalle emissioni di CO2 (a prescindere da tutto, come si fa a rispettare la scadenza europea di riduzioni emissive entro il 2020 con le centrali che sarebbero ancora in costruzione e pronte solo nel 2030?), o la sicurezza “garantita al 100%” (un film visto troppe volte, BP nel Golfo del Messico è solo l’ultimo caso di clamorosa smentita…).
L’ALTERNATIVA AI DISPERATI AZZARDI AUTODISTRUTTIVI E’ A PORTATA DI MANO.
La vera energia pulita, per il presente e per il futuro, è una combinazione di risparmio e di fonti rinnovabili (sole, vento, geotermia, ecc.)
Si tratta di un rimedio concretissimo che compete alla nostra responsabilità diretta, non monopolizzabile da pochi, grandi centri di potere, ma alla portata di tutti.
Una soluzione di gran lunga più pulita ed economica (se facciamo conti non truccati), che non pregiudica l’avvenire dei nostri figli e degli ecosistemi. 60 miliardi investiti nelle rinnovabili al posto del nucleare creerebbero almeno 300.000 posti di lavoro (molti, benedetti e subito) di indiscutibile utilità sociale, dato che un investimento della stessa entità produce 15 posti nelle rinnovabili ed uno solo nel nucleare!
Vivremmo e lavoreremmo, seguendo una logica realmente a misura delle persone, in una realtà sociale operosa, tranquilla, non militarizzata, rispettosa dei beni comuni e dei diritti umani universali.
E’ la soluzione che vi invitiamo a sostenere: firmate e fate firmare la Legge di Iniziativa Popolare che vi viene proposta ai banchetti organizzati dal nostro Comitato, di ecologisti “storici” e di associazioni impegnate per il diritto alla giustizia, all’ambiente ed alla pace.
Subject: Presa diretta: in TV la follia dell nucleare
Caso mai vi foste perso la bellissima puntata di Presa Diretta andata in onda ieri sera su RAI3, sappiate che potete rivederla su Rai Extra oggi (lunedi 20), mi sembra di ricordare la mattina alle 10:30 e la sera alle 21:00. Fate circolare la notizia, vi prego. E' molto importante. Mario Agostinelli
Aggiungo qui la notizia della carovana antinucleare, un cantiere aperto
la Carovana antinucleare Milano-Roma è un cantiere aperto.
Dobbiamo definire iniziative ed accoglienza in varie località.
A Genova l'idea è di toccare la sede dell'Ansaldo in quanto industria nucleare (per proporre il discorso della conversione ecologica)
Poi di pomeriggio ci sposteremmo a La Spezia "porto nucleare" (dove al momento, in pratica, non conosciamo nessuno)
Ma abbiamo ancora dei "buchi" a Caorso e soprattutto per l'iniziativa al Centro Enea della Casaccia, Roma: qui abbiamo il plutonio "militare" italiano da mettere in evidenza!
Questo perciò è un appello a prendere contatti con noi per contribuire all'"impresa".
un abbraccio a tutt* gli antinuclearist* della Penisola
Alfonso Navarra
CAROVANA PER LA DENUCLEARIZZAZIONE CIVILE E MILITARE
L'iniziativa, promossa da Campagna OSM-DPN, Accademia Kronos, Zerogas, nel quadro del Coordinamento Energia Felice (CEF), con adesioni aperte, toccando punti diversi del ciclo atomico complessivo (centrali e basi atomiche, porti nucleari, impianti industriali, centri di ricerca ed universitari, depositi di scorie…) si propone di sensibilizzare sulla necessità dell'opposizione al nucleare sia nella forma civile che in quella militare; e di sollecitare collegamenti di base in tal senso.
La Carovana lancia l’obiezione alle spese militari e nucleari (categoria unica in quanto l’atomo “di pace” serve in realtà alla potenza militare): si può, simbolicamente, “pagare per la pace anziché per la guerra” dichiarandosi obiettrice od obiettore e versando ad un “Fondo per l’energia di pace” curato dalla Campagna OSM-DPN e da Zerogas.
Zerogas presenta le sue soluzioni d’avanguardia ed ecososteninili per rendere le persone autosufficienti energeticamente.
La Carovana è costituita da un camper permanente e dai veicoli variabili che vorranno aggiungersi anche per spezzoni parziali di percorso.
Staffetta permanente su camper: Alfonso Navarra (Accademia Kronos - Campagna OSM-DPN), Corrado Fossati (Comitato No Inceneritore - Rete Rifiuti Zero), Giacomo Sicurello (Zerogas), Paolo Papillo (blogger - Informazione dal Basso)
Tappa per tappa i gruppi sostenitori organizzano iniziative: speakeraggi in piazza (il camper è munito di amplificazione), aperitivi informativi, dibattiti su nucleare civile e nucleare militare, altro...
Riteniamo importante riuscire ad organizzarsi per raccogliere le firme sulla legge di iniziativa popolare per lo sviluppo delle rinnovabili (www.oltreilnucleare.it; www.energiafelice.it)
Serve, tappa per tappa, un'accoglienza per la staffetta: cena e pernottamento in locali in cui sia possibile, ad es., farsi una doccia...
(pernottamento a Viterbo - referente accoglimento: Peppe Sini )
SABATO 1 ottobre
da Viterbo a Frascati -
mattina: ore 11 - aperitivo-pranzo informativo a Frascati (discussione, pizza e assaggio cocktail analcolico "No-nuke"), c/o Circolo ARCI "La Contea", via Maffeo Pantaleoni, 21 (referente accoglimento: Enrico 06-97608561)
da Frascati a Roma (Casaccia)
pomeriggio: Casaccia (pernottamento a Roma)
DOMENICA 2 ottobre
Roma NOBDAY 2 - dalle ore 14.00
(rientro a Milano)
Possibilità di organizzare due spezzoni isolani della carovana: Palermo (by Zerogas Sardegna) e Cagliari (by Zerogas Sicilia)
Si ricorda che il 2 ottobre è organizzato a Vercelli un appuntamento degli antinuclearisti operanti nelle seguenti regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia. L'incontro serve anche a lanciare le giornate antinucleari dell'8 e 9 novembre, anniversario del referendum del 1987.
Da: Coordinamento Energia Felice [mailto:info@energiafelice.it] Oggetto: Ringraziamenti e appuntamento a Viadana
Cari e care,
vi informiamo che stiamo portando a Roma i primi pacchi di moduli firmati per la Legge di iniziativa popolare sulle rinnovabili.
Abbiamo raccolto 21.000 firme in Lombardia e questo è un ottimo risultato!
Il 21 dicembre renderemo pubblico il dettaglio delle firme raccolte divise per provincia.
Vogliamo con la presente ringraziare tutti voi per l'impegno profuso per questa iniziativa.
Ci diamo inoltre appuntamento domenica 19 dicembre 2010 a Viadana (MN) per laManifestazione contro il nucleare organizzata dai Giovani Democratici.
Invitiamo tutti voi, sostenitori e sostenitrici della campagna contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili, a trovarci attorno allo striscione del Comitato Lombardo Energia Felice per festeggiare l'ottimo risultato raggiunto. L'appuntamento è per questa domenica, 19 dicembre, alle ore 10.00 Piazza della Libertà di Viadana.
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